Cinesi e americani cominciano a nutrire i primi dubbi sull’effettiva convenienza economica degli ogm. Gli svantaggi, almeno nel medio-lungo termine, potrebbero essere più dei vantaggi secondo uno studio della Fudan University di Shanghai in collaborazione con la Ohio State University, pubblicato sulla rivista scientifica New Phytologist.
I ricercatori avrebbero infatti individuato il meccanismo attraverso il quale uno dei geni ogm più comunemente utilizzati per conferire resistenza all’erbicida glifosate si può trasferire alle erbacce infestanti. A essere interessato sarebbe in particolare il gene Epsps. Simili dinamiche, tuttavia, sono state osservate anche per il transgene Cp4 Aroa da Agrobacterium, che ugualmente conferisce resistenza al glifosate. Lo studio scientifico cino-americano si è svolto su riso evidenziando che le erbe infestanti di seconda e terza generazione, cresciute in campi coltivati a riso ogm, contenevano il gene Epsps.
Non solo, il gene sarebbe stato trasferito dalla coltura alle infestanti ma nelle infestanti sarebbe stato sovraespresso. Tale gene sarebbe coinvolto non solo nella resistenza all’erbicida ma anche nel fl usso di carbonio e in molte vie di biosintesi, tal che si avrebbero benefi ci anche su crescita e sviluppo delle piante. Nelle infestanti transgeniche, Weng Wai e i suoi colleghi hanno infatti riscontrato un aumento delle concentrazioni dell’aminoacido Trp, che è un precursore dell’ormone della crescita Iaa e di molti altri composti. Come conseguenza, in campo sono stati riscontrati, nel corso di due stagioni di crescita, un aumento del numero di fiori e di semi, fino al 57%, delle piante con il gene Epsps sovraespresso. I semi, inoltre, presentavano una capacità di germogliamento fino al 120% superiore rispetto agli omologhi senza il gene Epsps. Quanto riscontrato per il riso e le sue infestanti, secondo i ricercatori, varrebbe anche per altre colture. Esaminando la letteratura scientifica degli ultimi anni, infatti, sarebbero molti i casi di risultati agronomici e di campo simili a quelli ottenuti in Cina ma mai associati a un trasferimento ogm alle infestanti. Stando alle conclusioni cino-americane la resistenza transgenica da Cp4 potrebbe essersi già diffusa nelle popolazioni selvatiche di Agrostis, Brassica rapa, Brassica napus, Amaranthus palmeri, Lolium e anche sull’erba medica.
L’amaranto e il loglio sono infestanti comuni di molti cereali e i ricercatori temono che la sovraesposizione genica, o anche l’amplifi cazione, del gene Epsps possa consentire, a queste infestanti modificate, di avere tassi di crescita demografica accelerata e un vantaggio competitivo.
Alcuni studi riportano infatti casi di fioriture anticipate e di altri meccanismi genetici utili per migliorare la diffusione delle erbacce. La massima espressione genica, secondo lo studio, si verificherebbe quando le infestanti non vengono trattate con erbicida. L’Epsps, insomma, non sarebbe capace di modulare la resistenza al glifosate con maggiori performance vegetative, dando la priorità alla prima risposta genica. Tuttavia tale risultato andrebbe validato con prove scientifiche appositamente progettate. I ricercatori cinesi hanno già annunciato che continueranno lo studio dell’effetto del trasferimento del transgene sulle infestanti nella prossima stagione di crescita, auspicando anche un più ampio coinvolgimento del mondo scientifico nella valutazione ecologica, oltre che nell’impatto agronomico ed economico, della sovra espressione del gene Epsps nelle infestanti, capace di «colpire i raccolti» e migliorare il «fitness» delle erbacce.
ItaliaOggi – 30 agosto 2013