Governo e provvedimenti persi per strada. Spira vento campagna elettorale
Non sembrano solo i “poteri forti” ad far mancare il loro appoggio al Governo Monti, come ha lamentato con un filo di amara ironia lo stesso premier questa mattina al convegno dell’Acri.
Gli ostacoli all’azione dell’Esecutivo sembrano soprattutto politici, e crescono all’interno della «strana maggioranza» che lo sostiene e dentro la stessa compagine dei ministri.
La prova arriva dall’ennesima occasione mancata, cioè il consiglio dei ministri di oggi. Doveva essere una seduta cruciale, con il tavolo ingombro di provvedimenti nati per rianimare l’economia italiana in difficoltà, ma il tutto si è risolto con l’approvazione del “piano nazionale della famiglia”, qualche nomina di commissari ad acta e l’impugnazione di una manciata di leggi regionali.
E i provvedimenti su infrastrutture e sviluppo, che pure arrivavano a Palazzo Chigi depotenziati dalla pioggia di osservazioni dell’Economia? Nemmeno l’ombra. La riforma sul merito nella scuola e nell’università, annunciata in pompa magna con le interviste ai giornali a inizio settimana? Si è persa per strada, insieme alla legge delega sulla riforma del pubblico impiego che in più di un’occasione ha acceso il battibecco fra il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi e la sua collega al Lavoro Elsa Fornero. Non pervenuta nemmeno la delega fiscale, ormai al terzo appuntamento con Palazzo Chigi mentre il tempo effettivo per attuarla si riduce velocemente.
Certo, non è più l’epoca dei consigli dei ministri “fittizi”, quando si approvavano in 7 minuti le manovre che in realtà venivano scritte dopo la riunione. Quando arrivano sul tavolo del Governo tecnico, i provvedimenti vengono sviscerati in sedute che durano ore, e affrontano ogni aspetto dei problemi in gioco. Il problema, però, è che ora sempre più spesso i provvedimenti annunciati non arrivano più: il decreto Sviluppo si è arenato nell’assenza di risorse per finanziarlo, quello sul merito è stato preventivamente impallinato dal Pd, mentre ad azzoppare la riforma del pubblico impiego ci ha pensato il Pdl.
Una nuova convocazione dell’Esecutivo è attesa per domani o sabato. Speriamo serva, anche se primarie, liste civiche e marketing vario fanno spirare un’aria sempre più intensa di campagna elettorale, che non sembra certo destinata a spianare la strada verso Palazzo Chigi ai provvedimenti più coraggiosi.
Gianni Trovati – IL Sole 24 Ore – 8 giugno 2012