Giovanni Viafora. «Non temere», dice il Vangelo (Lc 8,50 ). Non temere, caro lettore, di non capire nulla del nuovo sistema elettorale, cioè quello con cui andremo a votare il 4 marzo. Prima cosa: verifica dove andrai a votare. È importante, perché il seggio definisce i collegi di competenza (in sostanza, i nomi che troverai sulla scheda: noi li pubblichiamo uno per uno più avanti, nelle pagine delle cronache). Il Veneto, vedi sopra, è diviso in 28 collegi uninominali (19 per la Camera, 9 per il Senato) e 7 plurinominali. Con le schede in mano ti apparirà tutto più chiaro: sia in quella per la Camera, che in quella per il Senato ti troverai davanti, scritti in grande, i nomi dei candidati all’uninominale. Possono essere sostenuti da una coalizione di partiti (centrodestra o centrosinistra); oppure da un partito solo, se questo non è in coalizione (M5s o Leu, per esempio). Sotto ad ogni partito, invece, ci sono quattro nomi: sono i candidati al collegio plurinominale. È come se fossero due gare in una: con il tuo voto sulla scheda sosterrai uno (e uno solo) dei competitor all’uninominale (nel collegio vincerà quello che avrà preso più voti in assoluto); e allo stesso tempo porterai acqua al mulino dei candidati nei listini plurinominali, che verranno eletti in modo proporzionale a seconda di quante preferenze avrà preso il partito o la coalizione di riferimento. Il collegio plurinominale per altro abbraccia più collegi uninominali (quelli di un’intera provincia di solito, per cui la stessa quaterna la troverete per esempio sia che votiate a Padova, sia che votiate a Este). In Veneto il 36% dei nuovi parlamentari sarà scelto sulla base delle sfide nei collegi uninominali; il restante 64% sarà eletto grazie ai listini plurinominali (che sono bloccati): in tutto così manderemo a Roma 50 deputati e 24 senatori. Va detto, per altro, che per l’assegnazione dei seggi nei collegi plurinominali sono previste soglie di sbarramento a livello nazionale: 10% per le coalizioni, 3% per le liste in coalizione. I voti alle liste con meno dell’1% non verranno conteggiati; mentre i voti alle liste tra 1 e 3% andranno alla coalizione; ma quelle liste non avranno seggi. Attenzione poi: a seconda di dove metterai la croce il significato del voto cambia. Con la «X» sul nome del candidato uninominale il voto andrà a lui e, proporzionalmente, anche ai partiti della coalizione; ugualmente con la «X» sul simbolo del partito, la preferenza finirà anche al candidato uninominale. È vietato però il voto disgiunto: se apporrai una «X» su un candidato uninominale di una coalizione e un’altra «X» sul partito di un’altra coalizione la scheda sarà annullata. E lo stesso se scegli uno dei candidati del listino proporzionale. Come detto, sono bloccati, per cui non sono ammesse preferenze.
Il Corriere del Veneto – 30 gennaio 2018