Lettera ufficiale dei governatori del Carroccio che rilanciano l’appello di Confindustria: «Subito la questione settentrionale»
VENEZIA – Il presidente Veneto Luca Zaia con i colleghi delle due regioni a guida leghista del Nord – Lombardia e Piemonte – ha inviato oggi una lettere al premier Letta e al vicepresidente del consiglio Alfano per chiedere di istituire un gruppo di lavoro Regioni-Governo, al fine di procedere a una complessiva revisione della fiscalità delle Regioni e delle Autonomie «sia nei suoi profili organizzativi che nei suoi contenuti, anche con l’obiettivo di superare l’attuale sistema di riscossione fondato sulle competenze di Equitalia».
«Come noto, anche il Presidente Giorgio Squinzi, durante l’annuale assemblea di Confindustria tenutasi pochi giorni fa – scrivono Maroni, Cota e Zaia – ha lanciato a nome di tutto il sistema produttivo, un disperato appello (che condividiamo) per chiedere al Governo di intervenire per dare sollievo al Nord produttivo: ha evidenziato come il Nord sia sull’orlo del baratro economico ed ha chiesto che venga affrontata con decisione la questione settentrionale».
«Riteniamo – proseguono i tre presidenti – sia giunto il tempo di definire un nuovo sistema fiscale che garantisca a ciascuna Regione la possibilità di trattenere almeno il 75% del gettito tributario complessivo prodotto nel singolo territorio regionale: questo servirà a realizzare un sistema di maggiore equità fiscale (soprattutto nei confronti delle Regioni del Nord) e, conseguentemente, realizzare una maggiore responsabilizzazione delle Regioni e delle Autonomie. Il risultato a cui puntiamo – concludono – è quello di spendere meno soldi pubblici per spenderli meglio. Siamo certi che vorrete condividere la necessità e l’urgenza della nostra richiesta e per questo rimaniamo in attesa di una cortese e sollecita risposta».
«Se il rating delle Regioni non fosse agganciato a quello degli Stati – ha poi aggiunto Zaia – il Veneto avrebbe quello della Svizzera o della Baviera, nonostante la crisi. Purtroppo, invece, non è così: al pari dello Stato, e in conseguenza di ciò, il Veneto viene declassato da Fitch. È un trattamento – aggiunge – che la nostra economia non merita, così come non lo merita la virtuosità dei conti della nostra pubblica amministrazione che, se applicati in tutta Italia, produrrebbero un risparmio di 30 miliardi di euro». «È la stessa Agenzia, per la prima volta nella storia recente – conclude Zaia – a spiegare con chiarezza che ben altra sorte avrebbe il Veneto se non pagasse i costi indiretti del debito sovrano dello Stato italiano considerando che, come recenti report testimoniano, l’economia dei nostri territori è in crisi ma è ancora vitale e i conti pubblici sono in ordine, a cominciare da quelli della sanità. Un caso più unico che raro nel Paese degli sprechi e della malasanità».
Lunedì 27 Maggio 2013 – Corriere.it