Primo italiano nello spazio sei mesi. Mangerà parmigiana e caponata
Tra poche ore, il 28 maggio alle 22,31, partirà da Baikonur, Kazakistan, una missione Soyuz molto attesa da noi italiani: la 36-37 verso la stazione spaziale internazionale, ISS. “Volare” è il nome e logo adottato e a bordo ci sarà l’astronauta di ESA, Agenzia spaziale Europea, Luca Parmitano, il primo italiano che partecipa a una missione di lunga durata, quasi 6 mesi, che compirà ben due Eva, attività extraveicolari più note come “passeggiate spaziali”.
Certo a vedere come e quanto Parmitano si è allenato per questo ambitissimo compito proprio una passeggiata non sembra e anche sei mesi di permanenza nello spazio, a 400 chilometri di altezza, sono un bell’impegno. La soddisfazione di Parmitano e anche della nostra Agenzia Spaziale, che lo ha supportato assieme all’Aereonautica militare, è stata proprio palpabile in ogni intervento pubblico dell’astronauta nelle ultime settimane prima del ritiro pre-volo, sia in conferenze stampa che nei vari incontri ad esempio con le scuole, tutti riuscitissimi. Con lui, ingegnere di volo, due altri astronauti, Karen Nyberg di Nasa , altro ingegnere, e il russo Fyodor Yurchikhin, comandante della Soyuz che li porterà con la nuova traiettoria, provata con la missione precedente, in sole 6 ore da terra fino ai 400 chilometri della Stazione. Dopo 9 minuti dal decollo la scomodissima navicella entrerà in orbita alla bella velocità di 28.000 chilometri all’ora e alle 5,55 del 29 è prevista l’apertura del portellone che farà entrare i 3 astronauti nella ISS. Lì troveranno ad aspettarli gli altri tre astronauti già in missione da tempo sulla Stazione, l’americano Christopher Cassidy e i russi Pavel Vinogradow ed Aleksander Misurkin. Le due passeggiate spaziali Parmitano le farà proprio con Cassidy, dimostratosi decisamente all’altezza qualche giorno fa in una straordinaria uscita dalla ISS per riparare una perdita di ammoniaca da un’attrezzatura all’esterno della Stazione stessa. Il logo “Volare”, scelto in ricordo della famosa canzone di Domenico Modugno “Nel blu dipinto di blu” che nel 1958, inaspettatamente, si diffuse in pochi giorni in tutto il mondo, ben si accoppia a questa missione cui tiene tanto il nostro Paese, impegnatosi a fondo in tante attività spaziali, in cui oramai siamo insostituibili. Basti pensare che gran parte della superficie calpestabile dell’enorme stazione Spaziale Internazionale è di fabbricazione nazionale e anche questa volta l’italiana Thales Alenia Space curerà l’assemblaggio dell’ATV, il cargo che rifornirà nei primi giorni di giugno la ISS con materiale e cibo. Un capitolo a parte a questo proposito si impone per l’italianissima dieta “anti nostalgia” preparata per gli astronauti nientemeno che da David Scabin, rinomato chef che con la Argotech di Torino ha messo tutto il gusto possibile dei piatti di casa nostra, sud e nord, nella parmigiana di melanzane, risotti ai funghi e pesto e caponata disponibili per Volare. Cotti con maestria, probabilmente pensando al gusto mediterraneo del 37 enne maggiore dell’Aeronautica italiana, Parmitano è di origini siciliane, sono stati poi disidratati con la massima perizia possibile dalla ditta torinese e resi disponibili in confezione spaziale con scadenza 36 mesi, da riscaldare a 65 gradi prima dell’uso. Il tutto è stato provato durante una sessione di esercitazione entro una caverna in settembre. Gli astronauti devono infatti abituarsi al buio pesto che hanno a volte nello spazio e alla mancanza di peso, oltre che alle condizioni estreme e potenzialmente scatenanti claustrofobia della Stazione Spaziale. Fra acque gelide, buio e passaggi arditi fra le rocce pare il risotto, forse non proprio al dente, abbia superato la prova. Non ci sono notizie se si potrà avere nello spazio una spolverata di parmigiano. L’assenza di gravità nuoce parecchio in questo caso: i piccoli e gustosissimi fiocchi del pregiato formaggio non possono cadere sul riso in quelle condizioni.
Il sole 24 Ore – 28 maggio 2013