L’emergenza latte arriva sul tavolo dell’Antitrust. Mentre lunedì la questione sarà all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri agricoli Ue che farà il punto sulle misure adottate in sede comunitaria con il piano da 420 milioni (all’Italia ne toccheranno 25). Si alza così il tiro degli allevatori.
Dopo le proteste e il nulla di fatto sulla trattativa per il prezzo la Coldiretti, che ha bocciato l’offerta di 35 centesimi al litro presentata da Lactalis, ieri ha consegnato un dossier all’Autorità garante della concorrenza e del mercato denunciando la situazione di squilibrio contrattuale dei produttori italiani e nell’incontro con il presidente Roberto Moncalvo i vertici dell’Authority hanno assicurato che analizzeranno le carte entro i primi di dicembre. Sul tavolo dell’Antitrust, sempre ieri, sono arrivate anche le segnalazioni del ministero delle Politiche agricole relative al rispetto delle norme dei contratti previste dall’articolo 62 del dl 1/2012, rafforzate dalla legge Martina 91/2015. Il ministro ha anche inviato « i risultati delle valutazioni dei costi medi di produzione elaborati da Ismea».
Il quadro delle regole messo in campo per tutelare gli allevatori è completo «ora – ha sottolineato Martina – vanno rispettate». Ed è al rispetto delle regole che si è appellato il presidente della Coldiretti che ha spostato la protesta dallo stabilimento Lactalis nel Lodigiano e dai supermarket alla sede dell’Antitrust a Roma. Dal dettagliato dossier messo a punto dall’organizzazione agricola emerge che Lactalis, dopo lo shopping dei marchi nazionali «è diventata di gran lunga il primo gruppo sul mercato italiano e mondiale nei prodotti lattiero caseari».
La multinazionale francese detiene il 33% del mercato nazionale del latte a lunga conservazione, il 34% della mozzarella, il 37% dei formaggi freschi e quasi il 50% della ricotta. Ma nelle «carte» presentate c’è anche un’ampia casistica di contratti inviati già predisposti agli allevatori, senza alcun margine di trattativa e con il recesso dal contratto deciso unilateralmente. Da qui la denuncia di «un abuso, da parte dell’industria, dovuto alla maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose agli allevatori».
Moncalvo ha chiesto dunque verifiche anche alla luce di quanto è successo in Spagna e Francia dove sono state comminate multe dalle Autorithy dei due paesi rispettivamente di 88 e 193 milioni a industrie che operano anche in Italia. Nei due paesi i governi sono intervenuti con stanziamenti ad hoc: in Francia 50 milioni per tagliare gli oneri previdenziali, in Spagna 20 milioni di aiuti legati alle consegne e altri 20 modulati sul prezzo ottenuto. La Coldiretti ha assicurato che proseguirà il programma di proteste per arginare il crack delle stalle (mille aziende chiuse nell’ultimo anno e 550 milioni in fumo) e limitare le importazioni (85 milioni di quintali a fronte dei 110 milioni prodotti in Italia).
An.Cap. – Il sole 24 Ore – 14 novembre 2015