
Personale “dirottato” in Azienda Zero, sindacati in rivolta. Azzalin: “La Regione mostra ancora una volta la propria natura accentratrice, penalizzando i territori”
Tolleranza zero contro l’Azienda Zero. Quasi un gioco di parole contro la sorta di Maxi-Ulss che sovrintende alle sette aziende sanitarie venete nate dopo la riorganizzazione varata l’ottobre dello scorso anno, contro la quale piovono gli strali della Cgil e del consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin. Il nodo del contendere, già emerso a metà estate, è rappresentato dal fatto che l’Azienda Zero, che si occuperà in particolare di gestire i bandi, i concorsi, gli acquisti, oltre agli aspetti informatici e assicurativi di tutte le Ulss, ha un organico di 300 dipendenti: 30 provenienti dalle strutture regionali, 270 dalle stesse Ulss, salvo che i soldi sottratti dai bilanci delle stesse Ulss insieme al personale sono superiori al costo dello stesso personale.
LA DENUNCIA. A dirlo è, senza tanti giri di parole, Azzalin: «Se questi sono i primi passi dell’Azienda Zero c’è poco da stare tranquilli: in base a quale principio i super amministrativi’ del nuovo ente elefantiaco, infarcito di dirigenti e dispendioso, hanno diritto a prendere fino a tre volte di più rispetto ai colleghi delle singole Ulss? Si arriva a togliere risorse alle aziende locali per garantirle all’Azienda Zero: dove ha autonomia gestionale, la Regione mostra ancora una volta la propria natura accentratrice. Se risparmiare significa depredare i territori proprio non ci siamo. I risparmi, infatti, devono essere reinvestiti nel territorio, ma ciò non avviene: basta vedere il riparto del Fondo sanitario. Oltre al danno, poi, la beffa, con un ulteriore prelievo nei confronti delle singole Ulss. Siamo di fronte a una neocentralizzazione a scapito dei territori». Non meno duro l’attacco della Fp-Cigl di Rovigo, che riferendosi alla trattativa in corso per la firma dell’accordo sui trasferimenti, parla di un «gravissimo primo atto autoritario della neonata Azienda Zero: nuova azienda, solito sistema penalizzante per i lavoratori che non siano di Azienda Zero».
SULLE BARRICATE. Il segretario della Cgil Medici e dirigenza Spta Davide Benazzo e il coordinatore Rsu e segretario del comparto Riccardo Mantovan non lesinano critiche agli altri sindacati che hanno aperto, a cominciare dal Nursind: «Strano che il sindacato degli infermieri firmi un accordo che toglie soldi proprio agli infermieri per trasferirli agli amministrativi dell’Azienda Zero». L’accordo deve essere sottoscritto in ciascuna Ulss e, come spiegano Benazzo e Mantovan, oggi si terrà la riunione delle Rsu dell’Ulss Polesana, «che dovrà decidere in maniera responsabile se l’accordo dovrà essere firmato in maniera regolare oppure rimandato al mittente con la richiesta di modifica del punto relativo al prelievo economico che andrà a togliere, in maniera trasversale e definitiva, 170mila euro dai fondi del personale: dal primo gennaio saranno a rischio incentivazioni, produttività, progressioni, indennità». (F.Cam.)
IL GAZZETTINO – Martedì, 03 ottobre 2017