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Il caso. Un grado in più: il 2015 è stato l’anno più caldo di sempre. I dati ufficiali di Nasa e Noaa: mai il riscaldamento globale era stato così veloce

C’è un grado in più nel termostato del pianeta. Quel che avevamo intuito sudando quest’estate e girando senza cappotto fino a pochi giorni fa, ora ha un timbro ufficiale: il 2015 è stato l’anno più caldo della storia da quando nel 1880 sono iniziate le misurazioni. L’eccesso di temperatura ha raggiunto la soglia di un grado. Lo hanno certificato ieri la Nasa e la Noaa, l’agenzia americana che si occupa di clima e oceani.

L’annuncio ha gelato come un germoglio la promessa del vertice di Parigi di mantenere il riscaldamento del pianeta entro il grado e mezzo, fatta appena due mesi fa. Il margine con cui il 2015 ha superato il 2014, infatti, rappresenta esso stesso un record: 0,16 gradi. Anche il 2014 era stato incoronato anno più caldo della storia e 15 dei 16 anni da primato si sono registrati a partire dal 2001. Mai il riscaldamento climatico aveva accelerato così nella storia della Terra.

«L’anno scorso si sono verificate delle concomitanze eccezionali » spiega Carlo Carraro, docente di economia ambientale all’università di Venezia e unico membro italiano nel direttivo dell’Ipcc, l’agenzia dell’Onu che si occupa di studiare il cambiamento climatico. «Al trend delle temperature in aumento si è infatti aggiunta la corrente oceanica di El Niño». Questo fenomeno, per molti aspetti ancora oscuro, si riaffaccia sul pianeta ogni 2-7 anni riscaldando anche di un paio di gradi le temperature del Pacifico al livello dell’equatore. Per una concatenazione di cause, è accompagnato a un aumento della temperatura anche sulla terraferma. «Quest’anno stiamo assistendo al Niño probabilmente più intenso di sempre» prosegue Carraro. «Nel 2016 le temperature del pianeta continueranno ad aumentare per la crescita delle emissioni di gas serra, ma probabilmente non allo stesso ritmo del 2015».

Quando si parla di un aumento di temperatura di un grado (la Noaa, che ha una rete di strumenti autonoma rispetto alla Nasa, ha calcolato 0,9 gradi), ci si riferisce alla media delle temperature globali misurate tra il 1951 e il 1980. È questa la base di partenza di ogni calcolo. Qualora l’anomalia dovesse superare i due gradi, si ritiene che il riscaldamento climatico possa entrare in una spirale fuori controllo.

«Già oggi in Italia gli eventi meteorologici estremi costano lo 0,5% del Pil per i danni che causano alle infrastrutture» spiega Carraro, impegnato oggi in un’audizione in Parlamento. Avrà il non facile compito di convincere i rappresentanti del paese a investire per ridurre le emissioni di gas serra.

Repubblica – 21 gennaio 2016 

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