La sicurezza di accesso alla risorsa idrica
Nel quadro delle attività delle varie agenzie nazionali ambientali e alimentari per definire dei limiti alla presenza di PFAS – principalmente PFOS e PFOA nelle acque potabili – al fine di contenere l’esposizione alimentare umana al di sotto di quelli che sono ritenuti dei valori guida per la salute, si sta arricchendo il panorama delle opinioni rilasciate da varie Agenzie a livello internazionale in merito alla individuazione di tali valori guida. Questo, sulla base delle evidenze di tossicologia negli animali da laboratorio, ed in particolari gruppi di persone esposte ai PFAS, sia professionalmente, sia in seguito alla contaminazione dell’acqua potabile in vicinanza di siti di produzione e/o utilizzo regolare di PFAS.
Health Canada segue a pochi giorni EFSA su PFOS e PFOA
E’ interessante notare come, a pochi giorni di distanza dall’opinione EFSA 2018 che ha indicato, seppure in via provvisoria dei livelli guida di esposizione per PFOS e PFOA Health Canada abbia proposto un assunzione giornaliera tollerabile (TDI) di 210 ng/kg al giorno per PFOA, considerando come principale effetto tossicologico l’ipertrofia epatica e non l’ipercolesterolemia.
Analogamente per il PFOS, considerando il medesimo effetto tossico del PFOA - ipertrofia epatica – è stato indicato un TDI di 60 ng/kg.
L’attività tossica di PFOS e PFOA viene considerata additiva da Health Canada, a differenza dell’opinione EFSA 2018, e in parziale sintonia con quanto già rappresentato dall’Istituto di salute pubblica olandese RIVM nelle sue opinioni del 2017 e 2018 già ricordate in precedenti redazionali su SIVEMP Veneto.
Aggiornamento dei valori guida per la salute umana proposti per PFOS e PFOA da differenti Agenzie Internazionali. I valori guida riferiti ad US-ATSDR sono da ritenersi ancora provvisori
Sostanza | Ente | Valore Guida
ng/kg/giorno |
Effetto Tossico
considerato |
PFOS | EFSA (2018) | 1,8 | dislipemia |
FSANZ (2017) | 20 | tossicità prenatale | |
US EPA (2016) | 20 | tossicità prenatale | |
US ATSDR (2018) | 2,0 | tossicità prenatale | |
HEALTH CANADA (2018) | 60 | ipertrofia epatica | |
PFOA | EFSA (2018) | 0,8 | dislipemia |
FSANZ (2017) | 160 | tossicità prenatale | |
RIVM (2016) | 12,5 | ipertrofia epatica | |
US EPA (2016) | 20 | tossicità prenatale | |
US ATSDR (2018) | 3,0 | tossicità prenatale | |
HEALTH CANADA (2018) | 210 | ipertrofia epatica |
Fattori Relativi di Tossicità (RTF) per quanto riguarda l’ipertrofia epatica di vari PFAS, a seconda del numero di atomi di Carbonio (C) a cui l’essere vivente può risultare contemporaneamente esposto, secondo l’opinione RIVM 2018.
PFAS | C | RTF |
PFBA | 4 | 0,05 |
PFBS | 4 | 0,001 |
PFHxA | 6 | 0,01 |
PFHxS | 6 | 0,6 |
GenX | 6 | 0,06 |
PFOA | 8 | 1 |
PFOS | 8 | 8 |
PFNA | 9 | 10 |
PFUnA | 11 | 4 |
PFDoA | 12 | 3 |
PFTeDA | 14 | 0,3 |
PFHxDA | 16 | 0,02 |
PFOcDA | 18 | 0,02 |
Dai livelli guida per la salute, a limiti tollerabili nell’acqua potabile
Quanto sopra riportato può essere tradotto in una indicazione di contaminazione tollerabile dell’acqua potabile, calcolata ad esempio in base al peso corporeo della persona, al contributo percentuale che l’assunzione dell’acqua potabile ha nell’esposizione complessiva della persona, e a quanti litri al giorno vengono assunti, secondo ad esempio le linee guida proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
Per il solo PFOA, a titolo esemplificativo, prendendo in considerazione i parametri considerati da Health Canada relativi al peso corporeo di un adulto (70 kg), il consumo di acqua (1,5 L/giorno), e un contributo all’esposizione dell’acqua da bere pari al 20%, i suddetti valori guida per la salute si tradurrebbero nei seguenti “limiti” nell’acqua potabile, non tenendo conto degli effetti di tossicità associata/cumulativa con altri PFAS sopra ricordati. Per inciso, si nota che i parametri adottati da Health Canada si discostano dalle linee guida WHO, e non trovano adeguato riscontro nei valori medi riferiti ai pesi corporei, ai consumi di acqua, e nella percentuale in cui il PFOA contribuisce all’esposizione alimentare della popolazione italiana, attraverso il consumo alimentare della risorsa idrica.
Simulazione dei limiti di Pfoa nelle acque potabili secondo i criteri adottati da Health Canada
Composto | Agenzia | Valore Guida Salute | Limite acqua potabile |
PFOA | EFSA (2018) | 0,8 | 7,5 ng/L |
FSANZ (2017) | 160 | 1493 ng/L | |
RIVM (2016) | 12,5 | 116,7 ng/L | |
US EPA (2016) | 20 | 186,7 ng/L | |
US ATSDR (2018) | 3,0* | 28 ng/L | |
HEALTH CANADA (2018) | 210 | 1960 ng/L |
*valore provvisorio
Diversità metodologica per un problema globale.
La diversità metodologica nel trasferire in indicazioni per la salute le evidenze consolidate della letteratura scientifica tra le varie Agenzie pone quantomeno degli interrogativi se la gestione del rischio si debba ispirare ad un principio di precauzionalità, in attesa di opinioni tra le Agenzie più consolidate e armonizzate, data la rilevanza globale di tali contaminanti.
Dall’acqua potabile al suolo quale fattore indiretto di esposizione alimentare.
Analogamente a quanto si sta facendo per l’utilizzo della risorsa idropotabile, simili considerazioni si possono avanzare per la contaminazione del suolo agricolo, quale fonte di trasferimento di PFAS all’alimento “solido” e l’esposizione alimentare che ne consegue. Un argomento che ci ripromettiamo di considerare nel prossimo futuro alla luce delle linee guida internazionali sulla valutazione dell’inquinamento del suolo ai fini della sicurezza alimentare, salute umana e animale e di proporre buone pratiche agricole e zootecniche per ridurre tale trasferimento, in un contesto. Questo, anche alla luce dei recenti incontri che si sono tenuti presso il ministero dell’Ambiente sulla problematica PFAS, in cui è emerso che non si possono escludere a priori altre vie di esposizione, oltre all’acqua potabile. Per quanto riguarda le acque superficiali, la direttiva europea quadro sulle acque già contiene gli elementi con cui stimare quale possa essere lo standard di qualità ambientale ai fini della sicurezza alimentare per i PFAS che bio-accumulano, al fine del consumo sicuro della risorsa ittica. E se pensiamo bene, questa è una sfida “One Health”, che necessariamente deve fare tesoro delle evidenze anche da situazioni di emergenza o quantomeno critiche, per potere proporre dei piani di attività per la progressiva riduzione dell’esposizione a PFAS, attraverso il coinvolgimento di tutti, compresi i cittadini con le loro propensioni all’acquisto di beni di consumo.
(riproduzione ammessa solo citando la fonte – testo a cura della redazione)