Il Sole 24 Ore lunedì. È entrato in vigore a mezzanotte il Dpcm firmato nella tarda mattinata di ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo un serrato confronto con le Regioni. Confermata la chiusura alle 18 per bar e ristoranti, ma potranno restare aperti la domenica a pranzo. Concessione, questa, che non soddisfa le regioni favorevoli a chiudere alle 23. Disposta anche la chiusura di palestre e piscine, sale giochi, sale scommesse, centri benessere e termali . Sorte identica per cinema e teatri, oltre allo stop per gli impianti sciistici in attesa di un protocollo ad hoc. È, poi, «fortemente raccomandato» evitare gli spostamenti anche con mezzi privati, se non per motivi di lavoro, di studio, di salute o per situazioni di necessità. Stretta sullo sport ma non sui centri commerciali, come invece chiedevano le Regioni le cui ordinanze restano valide. Salta il blocco dei concorsi. Il Dpcm è in vigore fino al 24 novembre. Il testo in Gazzetta Ufficiale
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Per un mese quindi niente più apertivi o cene né tavolate tra amici (si potrà stare al tavolo massimo in 4 a meno che non si tratti di conviventi). In compenso restano possibili i pranzi anche nei giorni festivi, a partire dalla domenica,che nel testo iniziale del decreto erano stati invece vietati. Una concessione alle richieste delle Regioni che però non basta a frenare le critiche dei Governatori che avevano proposto all’esecutivo di modificare il testo posticipando alle 23 la chiusura dei ristoranti. «Sarebbe un punto di caduta ragionevole», sottolineava ieri mattina Luca Zaia facendo appello al «buon senso» perché – ha insistito anche il presidente del Fiuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – se il Dpcm non subirà «profondi cambiamenti, spariranno migliaia di attività economiche». Una posizione che accomuna tutte le Regioni («scelte incongruenti» stigmatizza il ligure Giovanni Toti), la maggioranza delle quali, – va ricordato – è guidata dal centrodestra. Su un punto i Governatori però hanno certamente avuto la meglio: l’incremento della Dad, acronimo di didattica a distanza, per gli studenti delle superiori che il Dpcm ora indica per «almeno» il 75% e potrà quindi arrivare anche al 100% come peraltro era stato già previsto da alcune ordinanze regionali, a partire da quella del presidente della Lombardia Attilio Fontana. Dal testo è anche scomparso il divieto a svolgere concorsi pubblici e privati.
La sovrapposizione tra le misure contenute nei decreti di orgine governativa (due Dpcm in una settimana)e quelli emessi dai Governatori ma anche dai sindaci rischia tuttavia di provocare una vera e propria babele, con prescrizioni e divieti che si moltiplicano a distanza, a volte, di pochissimi giorni rendendo molto complicato riuscirsi ad orientare. Ad esempio da oggi in Lombardia scatterà contemporaneamente la chiusura alle 18 ma anche il coprifuoco delle 23, già in vigore da giovedì, che nel Lazio è posticipato alla mezzanotte. Il Dpcm poi «raccomanda fortemente» ai cittadini di «non spostarsi» (nel testo definitivo è saltata la specifica «non spostarsi dal comune di residenza, domicilio o abitazione») ma in Campania quegli spostamenti sono stati già stati interdetti dal Governatore Vincenzo De Luca. Così come la norma antimovida, sempre nel decreto di Palazzo Chigi, che prevede a partire dalle 21 la chiusura di «strade o piazze» era già stata prevista e resa operativa dalle ordinanze di alcuni sindaci tra cui Virginia Raggi e Chiara Appendino, rispettivamente a Roma e Torino.
Non è stata invece introdotta la chiusura dei centri commerciali nei weekend attuata in Lombardia e Piemonte e che le Regioni avrebbero voluto estendere a tutto il territorio nazionale. Sempre il Dpcm prevede però un’ulteriore stretta sullo sport. Oltre allo stop per palestre e piscine, chiuderanno anche i tornelli degli impianti di sci. Almeno fino a quando non sarà approvato e applicato il protocollo che indicherà le prescrizioni da osservare. Restano invece sempre possibili la corsa e la ginnastica all’aperto.
Le Misure in Pillole
Queste in sintesi le novità introdotte dal nuovo Dpcm firmato questa mattina dal premier Giuseppe Conte.
Ma vediamo con ordine le nuove restrizioni con le quali si punta a ridurre il diffondersi dei contagi.
Spostamenti. Nessun obbligo ma “forte raccomandazione” di non spostarsi se non per esigenze lavorative, di studio, motivi di salute e situazioni di necessità.
Strade o piazze dove si possono creare assembramenti potranno essere chiuse dopo le 21, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali. Sospese le attività di palestre, piscine, centri benessere, centri termali, impianti sciistici.
Bar e ristoranti. Dal 26 ottobre le attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie sono consentite dalle ore 5 fino alle 18; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di 4 persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. In un primo momento si era parlato della sospensione delle loro attività la domenica. Misura poi cancellata nel testo definitivo del Dpcm.
Dopo le ore 18 vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio fino alle 24. Queste restrizioni non riguardano la ristorazione alberghiera.
Palestre e piscine. Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei Lea.
Contact tracing. Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività.
Cultura. Restano aperti i musei ma chiuderanno teatri, cinema e sale concerti.
Congressi. Vengono sospesi i convegni, i congressi e gli altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza.
Feste. Restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose. Con riguardo alle abitazioni private, reste fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza. (Quotidiano sanità)
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