Ieri mattina gli iscritti di Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato sotto la sede dell’Inps in via XX Settembre a Torino
On line. Tutto telematico. Così funziona ormai il rapporto tra cittadino e Inps come deve essere in un Paese moderno. Ma Cgil, Cisl e Uil raccontano una realtà diversa. Gli addetti ai patronati delle tre sigle sindacali sono assediati fin dall’alba da decine di lavoratori e pensionati che devono svolgere le pratiche per indennità di disoccupazione, mobilità, maternità, assegni familiari, inabilità e non autosufficienza. E questo perché i cittadini non riescono a utilizzare i siti Inps e cercano disperatamente una risposta.
L’assedio
E così ieri mattina i militanti delle confederazioni hanno assediato l’Inps di via XX Settembre per dire che «le pratiche sono diventate delle corse a ostacoli». Questo mentre i segretari generali incontravano i dirigenti dell’istituto.
Pierino Crema delle Cgil fa una stima: «Solo al massimo il 10% riesce a fare le pratiche in rete, gli altri vengono mandati ai patronati dagli stessi uffici Inps. Utilizzare la procedura on line è dura: difficile, lenta, complicata e per gli anziani praticamente impossibile. E poi la gente non si fida dei siti».
E c’è anche un drammatico problema di tempi, come spiega Anna Greco dell’Inca: «La richiesta di mobilità va fatta entro sessanta giorni dalla fine del rapporto di lavoro. E per l’indennità di disoccupazione, entro sette giorni, altrimenti quei soldi di perdono».
Giorgio Bizzarri della Cisl ironizza: «Nelle sedi Inps devono aprire sportelli di accoglienza che spieghino almeno le cose elementari altrimenti ai patronati arrivano tutti e non se ne esce più». Molto preoccupato anche Adolfo Granato della Uil: «Tutti si rivolgono ai Patronati perché noi non mandiamo via nessuno». E al presidio una lavoratrice racconta di aver avuto l’appuntamento all’Inps tramite call center: «Ma non hanno saputo rispondere alla mia domanda e mi hanno invitata a andare al patronato».
Troppa rigidità
I sindacati dicono: «La crisi ha fatto aumentare le domande e le rigidità e l’incompletezza del sistema informatico Inps peggiorano la situazione». E polemizzano: «Quando i cittadini rischiano di perdere i diritti soggettivi e individuali e le tutele economiche non si può sottacere il problema». Ricordano che l’Inps ha subito un continuo taglio di personale e anche i 20 addetti distaccati dalla Regione sono rientrati.
Ma il presidente regionale Gregorio Tito non condivide le critiche: «Non mandiamo mai via nessuno dai nostri uffici. È la nostra politica». E aggiunge: «Il cittadino può anche utilizzare il canale telefonico per avere risposte a domande semplici o un appuntamento nelle sedi. inoltre abbiamo allungato gli orari settimanali degli sportelli e in ogni sede abbiamo una postazione telematica per aiutare chi non riesce a farlo da solo».
Non ha dubbi: «Il Piemonte è la prima regione ad aver fatto un accordo con i patronati, non capiamo le proteste».
La Stampa – 14 settembre 2012