La goccia fatale, quella che ha spinto il governatore del Veneto ad entrare in azione, si chiama «Pantano», nome in codice dell’indagine anti-corruzione di guardia di finanza e carabinieri che ha condotto all’arresto, tra gli altri, del direttore dell’Ater di Venezia, Luciano Marcon.
Così Luca Zaia ha ordinato un’ispezione straordinaria sulle sette Ater del territorio regionale allo scopo di «fare chiarezza sulle modalità di assegnazione degli alloggi e di affidamento degli appalti sotto soglia Ue». L’operazione di controllo è stata affidata al segretario generale della Programmazione di Palazzo Balbi, Tiziano Baggio, il cui mandato è stato illustrato dallo stesso Zaia in un’informativa alla giunta: «La magistratura ha recentemente posto l’attenzione su presunti fatti di mala gestio inerenti aziende pubbliche che gestiscono alloggi di edilizia popolare. Alcuni fatti, peraltro in corso di accertamento, riguardano un’azienda comunale non sottoposta al controllo della Regione; altri, e questi ci riguardano più da vicino, afferiscono le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale che sono pubbliche e, pur operando come enti autonomi, sono sottoposte per legge alla vigilanza della Regione. Al fine di fugare ogni dubbio sulla piena legittimità dell’operato di una buona parte degli amministratori e dirigenti di tali aziende si ritiene opportuno che, come previsto dalle leggi regionali che disciplinano la vigilanza, il segretario generale della Programmazione proceda a una verifica su tutte le Ater venete, ponendosi da subito, come Regione, anche a disposizione dell’autorità giudiziaria». Nel mirino, in particolare, le modalità riguardanti gli affidamenti di appalti sotto soglia Ue (inferiori a 200 mila euro e non sottoposti a gara obbligatoria ma soggetti comunque alle normee in materia di pubblicità, rotazione delle imprese e divieto di frazionare gli appalti al fine di evitare le gare) nonché i criteri di assegnazione in locazione di immobili che rientrano nella sfera edilizia calmierata/convenzionata (negozi, uffici, magazzini): ad assegnarli non sono i bandi dei Comuni ma direttamente le Aziende, chiamate però ad agire secondo princìpi «pubblicità e trasparenza». Ma cosa succederà qualora l’ispezione accertasse irregolarità? «Procederemo di conseguenza», replica Luca Zaia «nel senso che non ci limiteremo a chiedere cortesemente agli amministratori di dimettendersi ma agiremo con ogni strumento di legge, in primis, il commissariamento».
Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 9 novembre 2013