I vertici dell’Inps andrebbero rimossi. Il giorno dopo la strigliata del ministro del Lavoro al presidente e al direttore generale dell’Inps a causa del documento inedito dell’istituto protocollato 22 maggio 2012 che fissava in più di 390mila persone la platea degli esodati (e non 65mila come previsto dal decreto di giugno) è ancora quello delle polemiche.
Con Fornero che a margine dell’assemblea di Confartigianato commenta: l’ente ha diffuso numeri parziali e non interpretati. Il ministro chiarisce: «sono sempre disponibile ad andare in Parlamento, su questo non mi sono mai sottratta».
Il ministro: numeri parziali, non è una bella cosa
«Io dico solo che sono usciti documenti che contengono numeri che sono parziali e non spiegati e questo non è una bella cosa». Alla domanda se qualcuno dovrebbe dimettersi, Fornero ha replicato: «Se fosse un settore privato, questo sarebbe motivo per riconsiderare i vertici. Siamo in un settore pubblico, ci sono le leggi, c’é un Parlamento e tutte queste procedure vanno rispettate». Considerato che il ministero del Lavoro è l’ente vigilante dell’Inps, le parole di Fornero hanno un loro perso. «Non voglio commentare le parole del ministro», replica il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua.
Squinzi (Confindustria):i costi non siano a carico delle aziende
A margine del Consiglio straordinario regionale di Confindustria Emilia-Romagna il presidente dell’associazione Giorgio Squinzi interviene sul nodo esodati: «è chiaro – afferma – che c’è una situazione critica, mi auguro che i costi di questa situazione ed eventuali errori di valutazione fatti non vengano messi a carico delle aziende che sono già abbastanza sotto pressione».
La Cgil: Fornero convochi subito i sindacati
La Cgil chiede al ministro del Lavoro, Elsa Fornero di «non scaricare le responsabilità sui vertici dell’Inps» e di convocare insieme al governo «immediatamente i sindacati per trovare soluzione previdenziale per tutti» gli esodati. Secondo il sindacato la relazione dell’Inps costituisce, seppur tardivamente, un primo dato di trasparenza. Il segretario confederale Vera Lamonica sottolinea che il ritardo con cui è stato reso noto il dato «dimostra la necessità di una governance efficace e trasparente dell’ente, che parta dal confronto con le parti sociali».
Centrella (Ugl): non scaricare responsabilità su sindacati
Replica il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella: «Non è giusto scaricare sull’Inps la responsabilità del problema esodati creato dal Governo con la riforma previdenziale e aggravato ulteriormente dal fatto che lo stesso esecutivo non ha voluto ascoltare gli avvertimenti dei sindacati».
Vendola (Sel): tecnici? Spocchiosi e sciatti
«Presentarsi con la spocchia dei grandi riformatori, sbagliare i conti sulla vita degli altri, è una prova di sciatteria. Sta crescendo in tutta Italia, giustamente, una sensazione di insoddisfazione, anche un po’ di rabbia, nei confronti di chi sul tema degli esodati ha dimostrato una discreta sciatteria».
Bindi (Pd): il ministro non minacci i vertici Inps
«Il ministro Fornero – ricorda la presidente del Pd Rosy Bindi – è il ministro vigilante sull’Inps e il suo compito è fornire i numeri esatti non minacciare i vertici dell’istituto. Mi chiedo – contnua Bindi – quale sarebbe stata la reazione se a parlare come Fornero fosse stato un ministro politico. Tanto più che da tempo le viene ripetuto che la cifra di sessantacinquemila esodati non è realistica».
Maroni (Lega): Fornero si dimetta subito
Il triumviro della Lega Roberto Maroni scrive sul suo profilo Twitter: «il pasticcio colossale sugli esodati combinato dalla ministra Fornero è una vergogna: 300mila lavoratori (quasi tutti padani) e le loro famiglie lasciati senza reddito, per colpa di un governo che aiuta i banchieri e frega i lavoratori. Questo – scrive ancora Maroni – è un crimine sociale di cui il governo sarà presto chiamato a rispondere. Invece di prendersela con l’Inps (roba da non credere) la ministra Fornero dovrebbe dimettersi subito».
De Lucia (radicali): comportamento di Mastrapasqua inaccettabile
Michele De Lucia dei Radicali dice: «Delle due l’una: o il Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua non è in grado di gestire il flusso dei dati che escono dall’istituto previdenziale, per cui il primo che si sveglia passà all’esterno quello che gli pare, e allora deve andarsene; oppure i dati li controlla fin troppo, usandoli come una clava, e allora deve andarsene».
ilsole24ore.com – 13 giugno 2012