Il neo ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione, Gianpiero D’Alia, intende iniziare la sua azione “dai dipendenti pubblici”. Lo ha detto a Il Messaggero sottolineando come «vorrei iniziare dalla valorizzazione delle professionalità». «Desidero distinguere e premiare chi lavora dai fannulloni. Penso che dipingere la Pubblica amministrazione come un concentrato di fannulloni non sia un’operazione di verità e non serva ad aumentare la produttività’ della pubblica amministrazione», ha proseguito. Quanto alla questione dei circa 4.500 esuberi, 490 dei quali dirigenti, già trovati, «su questa tema – ha sottolineato – va trovato un equilibrio nel dialogo e nel confronto con le organizzazioni sindacali». Leggi anche Gianpiero D’Alia è il nuovo ministro per la Pa.
Ecco il testo dell’intervista al Messaggero
Gianpiero D’Alia, 46 anni, messinese, avvocato, sposato con un figlio, è il nuovo ministro della Pubblica amministrazione e della Semplificazione. Figlio d’arte (suo padre Salvatore è stato parlamentare Dc), è stato eletto deputato nelle fila dell’udc. Ha già all’attivo un’esperienza di governo come sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi fra il 2005 e il 2006 e nella scorsa legislatura, al Senato, è stato fra i parlamentari più produttivi in termini di presenza e di proposte di legge presentate. Questa è la sua prima intervista dopo il giuramento.
Ministro D’Alia, da dove intende cominciare?
«Dai dipendenti pubblici». Ovvero «Vorrei iniziare dalla valorizzazione delle professionalità».
Cosa significa in dettaglio?
«Parto da un punto: desidero distinguere e premiare chi lavora dai fannulloni. Ecco. Penso che dipingere la pubblica amministrazione come un concentrato di fannulloni non sia un’operazione di verità e non serva ad aumentare la produttività della pubblica amministrazione».
Che però ha un problema di efficienza.
«Non c’è dubbio. Le amministrazioni devono rispondere in tempi certi sia alle esigenze delle famiglie che a quelle delle imprese, specie in tempi di crisi. Ma questi risultati si ottengono favorendo la crescita professionale del personale».
Resta il fatto che uno dei nodi da sciogliere lasciati dal precedente governo è quello degli oltre 4.500 esuberi, 490 dei quali dirigenti, già individuati. Cosa intende fare?
«Intanto voglio sottolineare che non parto da zero. Riconosco al governo Monti e al mio precedessore, Patroni Griffi, d’aver svolto un lavoro positivo. Si tratta di rilanciare l’obiettivo dell’efficienza del sistema valorizzando le professionalità dell’Amministrazione. Su questo tema va trovato un equilibrio nel dialogo e nel confronto con le organizzazioni sindacali».
Uno dei capitoli di riforma lasciati aperti dal suo precedessore è quello delle Province…
«La fermo. Patroni Griffi aveva anche la delega alle riforme. Penso che il tema delle Province andrà ripreso nel quadro di un pacchetto di misure più ampio. Su questo tema credo che nei prossimi giorni faremo un lavoro colleggiale coordinato dal presidente del Consiglio. Lavoro al quale porterò il mio contributo».
Il suo orientamento qual è?
«Guardi, proprio poche ore fa Enrico Letta ci ha esortato a parlare con i fatti. Sarebbe sbagliato da parte mia anticipare dettagli o prefigurare interventi che stanno maturando e perdipiù a poche ore dall’avvio dell’attività del governo. Al di là della mia volontà, poi, la materia delle modifiche istituzionali e delle ricadute sulla struttura della pubblica amministrazione comporta un lavoro a più mani come del resto è stato fatto anche dai ministri Indiscutibilmente di sua competenza sono le auto blu, però. «E infatti continuerò e, se possibile, rafforzerò l’azione dei miei predecessori. Le auto blu sono già drasticamente diminuite. Ora dobbiamo dare la certezza agli italiani che l’auto blu come stereotipo del privilegio diventerà un ricordo».
Posso chiederle di che tipo è la sua auto di servizio?
«E’ una Lancia Delta di piccola cilindrata che userò solo per esigenze di servizio perché non va certo esibita».
L’ultima domanda: la semplificazione burocratica. A ottobre il suo predecessore presentò un disegno di legge con molte sforbiciate che il Parlamento non ha avuto il tempo di esaminare.
«La semplificazione è l’altra faccia della medaglia dell’efficienza. Non perderò un minuto ma prima datemi almeno il tempo di entrare nel Ministero»
Il Messaggero – 29 aprile 2013