Il Corriere del Veneto. Sono poco meno di 35 mila gli studenti in quarantena preventiva in Veneto. Un numero che, esteso a tutte le famiglie, sale ad almeno 90mila persone. Effetto della nuova procedura che prevede, con anche un solo positivo in classe, la quarantena per tutti i compagni e i loro contatti stretti. Il virus corre in particolare nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Ad essere vaccinati (e quindi con una quarantena di 7 giorni anziché 10) sono pochi. Intanto crescono i ricoveri e ieri si sono registrati altri 26 morti. Numeri che avvicinano la zona arancione
Siamo a casa in quarantena per un positivo in classe, ci salta il Natale». Mentre fervono i preparativi per il cenone della vigilia e il pranzo del giorno dopo in tutte le case squillano i cellulari per i primi messaggi di «disdetta» dei parenti. Sono molti, infatti, gli studenti in quarantena preventiva, poco meno di 35mila in Veneto. Un numero che, esteso a tutta la famiglia, sale ad almeno 90mila persone che rimarranno barricate in casa per le feste. Senza possibilità di appello. La nuova procedura è chiara: per la presenza anche di un solo positivo in classe tutti gli studenti si fermano. In particolare quelli della scuola dell’infanzia e della primaria. I bambini che la frequentano non sono vaccinati così se appartengono allo stesso gruppo del caso positivo (alunno o insegnante) vanno in quarantena 10 giorni. Al decimo giorno devono fare il test. Quarantena di diversa durata invece alle medie o alle superiori. 7 giorni per chi è vaccinato, 10 per chi non lo è. Tant’è che alcune famiglie hanno deciso di tenere preventivamente a casa i figli negli ultimi giorni prima delle vacanze per evitare l’impasse del tampone molecolare e sfuggire alle lunghe attese della risposta giocandosi le ferie. I provvedimenti attualmente attivi nelle scuole sono 663 a Treviso per circa 12mila studenti coinvolti; 5.800 studenti sono fermi nel Vicentino, 6.600 nel Padovano, 4.100 in tutta la provincia di Verona, 1.145 a Belluno, un migliaio a Rovigo e 3.600 nel Veneziano.
Il moltiplicatore in generale è impietoso, al ritmo di una cinquantina di ricoveri per Covid al giorno, il «tesoretto» di posti letto sia in area medica che in terapia intensiva, rischia di polverizzarsi nel giro di due settimane. Anche perché il modello matematico prevederebbe il picco di questa quarta ondata per la prima settimana di gennaio. Risultato: il presidente della Regione, Luca Zaia «Sostengo fino in fondo l’attività dei sindaci che stanno facendo ordinanze per evitare assembramenti nelle piazze. Il nostro modello dice che fino alla prima settimana di gennaio saremo in crescita con i contagi e pian piano ci avviciniamo all’area arancione». Lo spettro dell’arancione, con le sue limitazioni più pesanti, a partire dal confinamento nel proprio Comune per i non vaccinati, ormai aleggia sul Natale. E sul post. «Non mi stupirei se gli studenti non tornassero proprio a scuola a gennaio e fossero messi direttamente in Dad – dice Martina Vultaggio del gruppo veneto di genitori e insegnanti “Priorità alla scuola”- ma non ha senso, i docenti sono vaccinati così chi ci rimette? I ragazzi e i bambini soprattutto, oltre alle famiglie. Anche la scelta del tampone unico alla fine dei 10 giorni è stata fatta perché le Usl non reggono le richieste solo che in questo modo si bloccano tantissime famiglie a priori. La possibilità di organizzare meglio le cose c’era eccome». «Capisco i genitori e la loro rabbia ma io vedo soltanto una gran confusione – dice Luigi Zennaro, vicepresidente dell’Anp, associazione nazionale presidi – il Sisp è in difficoltà e questo rende tutto più complesso ma va segnalato anche che spesso le famiglie non fanno la loro parte. Un esempio? Ho avuto personalmente tre segnalazioni di studenti che erano entrati in contatto diretto con un positivo in situazioni non scolastiche, in parrocchia, facendo sport. I genitori avevano mandato comunque i figli a scuola. Due di loro erano positivi». I nodi tuttavia non sono finiti.
Dal 15 dicembre scorso è scattato anche l’obbligo del Green pass per i docenti. Il numero secondo l’Anp tra docenti e operatori scolastici senza certificazione nelle 600 scuole venete si aggira intorno a 3mila persone (il 5%). «Non tutti loro però si rifiuteranno di vaccinarsi – continua Zennaro – i supplenti? Arriveranno a fine gennaio. E non saranno facili da trovare».
Intanto anche ieri si sono contati 26 decessi e 4.716 positivi. Inevitabile la nuova impennata anche dei ricoveri, il vero punto critico di questa fase. Dei soggetti attualmente positivi, 62.774 1.167 (+58) sono ricoverati in area medica e 174 (+7) in terapia intensiva. La macchina vaccinale, infine, continua a macinare numeri molto alti: nelle ultime 24 ore 49.107 vaccini fatti di cui 44.053 sono terze dosi.