Il ministro della Salute e quello dell’Ambiente a Bari per il rapporto ecomafie.La relazione della commissione Ecomafie: “Inascoltato l’allarme sulle morti, interventi solo dopo i sigilli della magistratura”. Balduzzi: “Via a un piano sanitario speciale. Governo pronto a rendere l’Aia più severa se i dati peggiorano”
L’allarme sanitario per i morti di Taranto è rimasto inascoltato, ma quello per la produzione d’acciaio ha fatto scattare l’attenzione del governo. E’ il duro giudizio espresso dalla commissione ecomafie, che nella sua relazione presentata a Bari mette nero su bianco come, assente nella fase dell’allarme sanitario lanciato nell’incidente probatorio dinanzi al gip, il governo sull’Ilva abbia avuto “un vero ‘risveglio'” quando, per il sequestro degli impianti, è stato possibile che “si creasse un problema a livello di produttività e di competitività”. Non solo. “E’ come se si fosse fatto un salto indietro, all’incirca di più di cento anni – si legge ancora – quando, in corrispondenza dell’inizio dell’era industriale, non esistevano le norme a tutela dell’ambiente e dei lavoratori e la produzione era l’unico obiettivo da perseguire”. Il giorno dopo la diffusione dei dati shock su tumori e morti è ancora polemica, con il ministro Clini che avanza un ulteriore ‘sospetto’: che “l’aumento di malattie e tumori indicato nel rapporto ‘Sentieri’ possa essere legato anche alla catena alimentare”.
“Incredibile l’assenza di controlli” – Rispetto all’attività governativa, e particolarmente del ministero dell’Ambiente, nella relazione si sottolinea tra l’altro che la “ancora una volta” la commissione “ha dovuto constatare che solo l’intervento della magistratura ha determinato un effettivo impulso all’attività della pubblica amministrazione,
il che è certamente inaccettabile, perché la pubblica amministrazione dovrebbe orientare la propria attività nel rispetto delle regole a prescindere dall’avvio di una attività giudiziaria, che peraltro è il segno evidente della tardività dell’azione amministrativa”. “Pare incredibile che nel corso degli anni – si legge ancora nel rapporto – non sia stata messa in atto una strategia di controlli, di prescrizioni, di verifiche che potesse garantire il perseguimento degli obiettivi produttivi dell’impresa senza alcun pregiudizio per la salute umana”. “Che cosa sia stato fatto dagli organi di controllo e dagli enti territoriali nel corso di decenni – si aggiunge al riguardo – non è dato sapere”.
Clini: “Sospetto inquinamento dei cibi” – “I dati della salute della popolazione – ha spiegato il ministro, intervenuto a Bari con il ministro della Salute Renato Balduzzi – devono essere confrontati con dati confrontabili prima di poter trarre una conclusione. Questo è un lavoro che va ancora fatto, come dice per altro l’Istituto superiore di sanità. Quando si ha un dato aggregato – ha spiegato – per esempio l’aumento di malattie e tumori nella popolazione femminile piuttosto che l’altro dato molto preoccupante sulla salute dell’infanzia, bisogna cercare infatti di capire da cosa dipende. Ma ho qualche sospetto che molto abbia a che fare con l’inquinamento della catena alimentare determinato dall’accumulo in decenni di sostanze tossiche pericolose che possono essere ancora attive se non si bonifica”. “Quindi – ha concluso – bisogna bonificare, non si possono tenere fermi i siti contaminati aspettando che qualcuno trovi la soluzione. Bisogna farlo subito”.
Vendola: “Risarcire per 140 anni di inquinamento di Stato” – Un concetto ribadito anche dal governatore Nichi Vendola per il quale “l’azienda deve rispondere da imputato a un giudice e dire cosa intende fare qui e ora per interrompere la catena dei reati. Il punto è essere concreti, si deve intervenire radicalmente per rendere compatibile ambiente e lavoro”. “I cittadini di Taranto – ha sottolineato il governatore – hanno bisogno di essere risarciti da 140 anni di inquinamento di Stato, a partire dall’Arsenale militare. Hanno bisogno di essere risarciti per quel che è stato il cumulo dell’aggressione di un modello di industrializzazione che oggi deve fare i conti con la domanda di più salute e più ambiente”.
Balduzzi: “Piano sanitario straordinario” – “Al momento non sono previste modifiche all’Aia – ha detto Balduzzi – ma abbiamo chiesto e ottenuto di rivederla nel caso il quadro ambientale peggiori. Per la popolazione di Taranto stiamo mettendo a punto servizi sanitari straordinari. Visto che a Taranto c’è una mortalità maggiore rispetto alla Puglia e al resto della nazione metteremo in campo un intervento sanitario rafforzato ai fini di prevenire e diagnosticare nuove patologie”. Per quanto riguarda la verifica dell’Aia – ha spiegato il ministro – “ci vorrà almeno un anno per capire quali monitoraggi attuare. Potremo parlare davvero di una svolta se riusciamo a concertare la nuova Aia con un piano di monitoraggio sanitario che misuri le esposizioni al rischio, e con un programma di salute per Taranto che riguardi sia le attività di prevenzione sia il potenziamento dell’assistenza sanitaria”.
TABELLE I DATI SU MORTI E TUMORI
Il caso in tribunale a Taranto – All’incontro di oggi ha partecipato anche il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio, titolare dell’inchiesta per disastro ambientale che ha messo sotto tiro la gigantesca fabbrica dell’acciaio. “Andiamo avanti – ha detto a margine dell’incontro – portiamoci questa croce, che non è spirito di supplenza, non è desiderio di prevaricare, di invadere settori di potere che non ci competono. Portiamo avanti questa croce perché c’è il principio della obbligatorietà dell’azione penale”. Il tutto mentre in tribunale a Taranto si svolge l’udienza di riesame sul ricorso dei legali dell’Ilva contro il secondo ‘no’ del gip Patrizia Todisco alla rimessione in libertà di Emilio Riva, del figlio Nicola e dell’ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, tutti agli arresti domiciliari dal 26 luglio. Un’altra sezione del Tribunale, inoltre, nelle vesti di giudice dell’esecuzione, dovrebbe decisione sull’appello presentato dalla Procura contro il reintegro del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, nella funzione di custode giudiziario. L’appello è stato proposto in attesa della decisione sul ricorso presentato in Cassazione dalla Procura contro la stessa ordinanza.
I dati shock su tumori e morti – L’emergenza sanitaria della città pugliese è stata illustrata ieri a Taranto dal ministro della salute che ha comunicato i risultati dello studio “Sentieri”. Gli esperti del ministero hanno esaminato i dati relativi al periodo compreso tra il 2003 ed il 2009 che hanno evidenziato la crescita dei livelli di mortalità e dell’incidenza dei tumori nel capoluogo ionico. In particolare il rapporto “Ambiente e Salute” ha rilevato un eccesso di mortalità per tutte le cause del 14% per gli uomini e dell’8% per le donne. Le morti per tumore hanno fatto registrare il +14% negli uomini e +13% per le donne; le malattie circolatorie il +14% negli uomini e +4% per le donne. Il dossier ha illuminato anche picchi di mortalità addebitabili proprio all’inquinamento. Le neoplasie polmonari hanno provocato un eccesso di morti fra gli uomini del +33% e tra le donne del +30%. E i mesoteliomi pleurici il +419% nell’uomo e +211% nella donna. Un dramma che non risparmia purtroppo i bambini che si ammalano già nella pancia delle loro mamme. Tra il 30% e il 50% in più muoiono per condizioni morbose di origine perinatale rispetto al resto dei bimbi pugliesi. E il 20% in più dei neonati muore nel primo anno di vita.
Repubblica – 24 ottobre 2012