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Influenza: per vaccinarsi c’è tempo fino a dicembre, ma aumentano gli indecisi

Rieccola, l’epidemia di influenza. Con i primi freddi, c’è chi è già stato colpito da raffreddori e forme simil-influenzali, ma la pandemia vera e propria, secondo gli esperti, si farà sentire solo a fine dicembre-primi di gennaio. E metterà a letto – sempre stando alle previsioni – dai 4 ai 4 milioni e mezzo di italiani, dei quali il 40% bambini.

Che influenza ci aspetta? «Quest’anno – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano – si prevede una pandemia standard, senza particolari picchi». I ceppi virali individuati sono tre: AH1N1/California; A/H3N2/Victoria; B/Massachusets. Il primo era già presente negli anni scorsi, gli ultimi due sono nuovi. «Tutti questi virus – spiega lo specialista – hanno le stesse caratteristiche della malattia influenzale. I principali campanelli d’allarme sono ben noti, e vanno dalla febbre alta a dolori muscolari, stanchezza, tosse e altri sintomi respiratori».

L’influenza dura in media 5-7 giorni. Una settimana di “inattività” che ha anche un costo sociale. Gli esperti parlano di un costo diretto medio che va da 50 a 240 euro per ogni persona non ospedalizzata. «Se invece è necessario ricorrere all’ospedale – precisa Pregliasco -, il costo può salire fino a 3-6mila euro. Vi sono poi i costi indiretti, come la ricaduta dell’assenza dal lavoro. Si stima che l’influenza abbia un costo sociale di circa 1.000 euro per ogni persona: complessivamente, un’epidemia può costare oltre 6 miliardi.

Per vaccinarsi c’è tempo fino a fine dicembre, ma non tutti sono d’accordo

Se l’epidemia non arriverà prima di Natale, la campagna di prevenzione è già scattata nelle regioni italiane. Quanto tempo c’è ancora per vaccinarsi? «In realtà – dice il virologo – non esiste un limite temporale preciso: però, considerando che l’effetto protettivo parte dieci giorni dopo l’iniezione, possiamo dire che c’è tempo fino alla fine di dicembre».

Vaccinarsi o non vaccinarsi? Questo inverno sono in molti a chiederselo ed anzi il partito degli indecisi pare essere in crescita. «Quest’anno, stando alle rilevazioni, scontiamo una disaffezione che è cresciuta negli anni più recenti ed è culminata lo scorso inverno – sostiene Pregliasco -: tutti ricordiamo che il ministero della Salute bloccò temporaneamente le dosi vaccinali di una casa farmaceutica. L’allarme vaccini, che poi comunque rientrò, contribuì ad allontanare diverse persone dalla prevenzione. Senza contare che ci furono diverse polemiche su come vennero comunicati, a livello mediatico, gli effetti della pandemia».

Così in questa stagione «almeno un italiano su dieci, tra gli over 65, potrebbe decidere di non ricorrere al vaccino contro l’influenza». Una percentuale non è trascurabile, considerando che gli over 65 sono in tutto circa 12 milioni.

27 novembre 2013 

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