Giunge dall’Inghilterra una notizia interessante anche se apparentemente paradossale: un cane aiuta i bambini a leggere. Ma come? Non bastano i docenti, i genitori, i nonni a insegnare un’abilità che risulta per certi versi spontanea, quasi naturale?
Le autorità scolastiche inglesi pensano di no visto che un alunno su cinque lascia la scuola primaria sotto lo standard di lettura.
Per ovviare a questo inconveniente sono stati sperimentati vari interventi didattici come: aumentare il tempo di applicazione, leggere in gruppo o con la guida di un esperto. Ma nessuno ha dato risultati soddisfacenti finché non si è introdotto in classe Teddy, un golden retriever, straordinario reading dog, cane di lettura.
«Sembra una pazzia, sostiene il preside della Scuola Primaria di Fairchildes, nel New Addington, ma funziona». È sufficiente che l’alunno segua una volta la settimana, alla presenza di un assistente e del proprietario del cane, una sessione di lettura con Teddy perché le sue abilità migliorino in modo straordinario. Il piccolo lettore non guarda più fuori dalla finestra, non si blocca, non si annoia, se sbaglia ritorna indietro spontaneamente ed è felice di premiare il cane con un bocconcino prelibato e un «cinque» sulla zampa.
Questo simpatico supporto didattico potrebbe essere introdotto anche nelle nostre scuole?
Per prima cosa dobbiamo considerare che i nostri bambini, essendo l’italiano una lingua fonetica, imparano a leggere più facilmente, anche se il numero degli alunni dislessici tende ad aumentare. Attualmente rappresentano il 3-4% della popolazione scolastica. In generale si nota una maggior difficoltà, rispetto al passato, a raggiungere un buon livello di lettura. Abituati sin dai primi anni a giocare con i gadget elettronici, i bambini imparano a reagire automaticamente a uno stimolo visivo che si muove con estrema rapidità. La riflessione, la scelta, la comprensione e l’immaginazione divengono un handicap, mentre la fretta, la tensione emotiva e la concentrazione parossistica aiutano a vincere la competizione.
Per leggere occorrono invece capacità analitiche e sintetiche, abilità tecniche e di comprensione del testo e, soprattutto, è necessario restare calmi e «darsi tempo». A questo scopo un cane amichevole, come un golden retriever, costituisce l’ascoltatore ideale per il bambino che legge: non ha fretta, non interrompe, segue il tono della voce e partecipa con empatia alle sue emozioni. Poiché i ruoli si rovesciano il bambino, sentendosi intellettualmente superiore, non ha più paura di sbagliare, non si sente valutato e giudicato e si rilassa. Alcuni, più scettici, pensano che gli stessi risultati si potrebbero ottenere facendosi ascoltare da un bambino più piccolo, da un pupazzo o da un gatto.
Evidentemente non conoscono questi interlocutori. Anche senza estendere il metodo a tutti gli scolari, come gli sperimentatori propongono, penso che i risultati così ottenuti siano tali da iscrivere il cane, accanto al cavallo, tra le più valide risorse della Pet Therapy.
Corriere della Sera – 19 novembre 2012