L’agente era entrato in un campo nomadi per una perquisizione quando fu aggredito dall’animale che era legato alla catena
UDINE – È stata condannata a 15 giorni di reclusione, convertiti in libertà controllata, una cittadina udinese di etnia rom imputata di oltraggio a pubblico ufficiale per aver insultato un poliziotto che aveva ucciso il cane della madre.
Il fatto risale al 26 luglio 2010. L’agente era entrato nel campo nomadi di Udine per effettuare una perquisizione. Il cane, un pastore tedesco legato a una lunga catena, lo aveva aggredito. Per questo l’agente, secondo la sua versione, si era difeso sparando. L’animale era stato ucciso con cinque colpi di pistola. Sul posto si era formato un capannello di persone, tra cui la figlia della proprietaria dell’animale, che aveva indirizzato le parole ingiuriose al poliziotto. L’accusa in aula aveva chiesto l’assoluzione della donna, invocando la scriminante dell’atto arbitrario: sarebbe bastato un colpo per uccidere il cane, al quale l’imputata era sicuramente legata da affetto. La difesa preannuncia appello.
Gazzettino – 11 maggio 2012