Iperproduzione legislativa, emergenza non solo italiana
Il confronto. Anche la Francia soffre di surplus legislativo – In Germania check periodico sulle leggi-base
La crisi economica c’entra, ma fino a un certo punto. Il fenomeno dell’iperproduzione legislativa si è senz’altro acuito in concomitanza con le difficoltà delle varie finanze nazionali, perché è stata l’emergenza a dettare i tempi degli interventi normativi. Lo si è visto qui da noi con la lunga serie di decreti legge varati in poco più di un anno dal Governo Monti. Si tratta, tuttavia, di una tendenza riscontrabile anche in altre realtà alle prese con problemi analoghi ai nostri, come la Spagna. La crisi, però, non ha fatto che acuire una situazione che, almeno in Italia, era già patologica. La stratificazione legislativa, con norme che cambiano continuamente, contraddistingue da tempo il modo di legiferare nostrano, come dimostra l’analisi di quattro settori (i contratti pubblici, i rifiuti, le energie rinnovabili e le professioni intellettuali) effettuato dal comitato perla legislazione. I motivi sono diversi. Tra gli altri: l’insufficiente istruttoria dei disegni di legge, con conseguente ricorso all’intervento emendativo in sede di dibattito parlamentare; la macchinosità delle regole del procedimento legislativo, che ritardano i tempi di decisione; il diffondersi di un sistema normativo “sperimentale”, che incorpora già all’origine la previsione di ulteriori interventi integrativi e correttivi; la tendenza a intervenire sotto la spinta dell’emergenza, che spiega anche il sempre più frequente ricorso ai decreti legge; il basso tasso di attuazione delle disposizioni varate, che lascia molte norme monche e ne causa la loro inapplicabilità. Comportamenti che si sono intensificati nell’ultimo biennio e che amplificano i già noti fenomeni dell’ipertrofia delle leggi e della conseguente incertezza per chi deve applicarle. Problemi che «pregiudicano – ha sottolineato Doris Lo Moro, presidente del comitato per la legislazione, nella relazione conclusiva – la stessa certezza del diritto, provocando danni di non poco rilievo peri cittadini in generale e per gli operatori economici in particolare». Problemi che, va ribadito, non sono soltanto italiani. Anche la Francia soffre, in qualche modo, di surplus legislativo. Si è, però, attrezzata per dare una po’ di stabilità al sistema. Per esempio, con la circolare del primo ministro del 23 maggio 2011 Si è cercato di tutelare le imprese dall’instabilità normativa imponendo un periodo non inferiore a due mesi tra la pubblicazione delle misure governative e la loro entrata in vigore, così da dare agli operatori il tempo per adeguarsi. C’è, poi, l’esempio virtuoso della Germania, che tiene periodicamente sotto controllo il numero di leggi-base attraverso interventi di riordino normativo.
Il sole 24 Ore – 22 febbraio 2013