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Istat: il valore aggiunto premia l’agricoltura (+0,9%)

I dati Istat sul valore aggiunto premiano l’agricoltura, unico settore che nel secondo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2011, riesce a spuntare un dato positivo (+0,9%) a fronte del calo che ha segnato industria (–6%) e servizi (–1.1%).

C’è però da aggiungere che se si considera la variazione congiunturale anche l’agricoltura, con un calo dell’1,9%, si allinea agli altri comparti produttivi. Restano i nodi strutturali I segnali di ripresa comunque ci sono, ma restano i nodi strutturali e soprattutto il rischio che gli effetti della siccità possano compromettere i risultati dei prossimi mesi. Intanto l’agricoltura brinda, ma con un occhio vigile alla realtà complessiva del settore. L’Istat qualche giorno fa aveva rilevato infatti la costante contrazione dei prezzi dei prodotti agricoli incassati dagli agricoltori a fronte di una continua crescita dei costi. Nel secondo trimestre l’Istat rileva un calo dei prezzi del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011. Con flessioni più accentuate per cereali (-14,9%), foraggi (- 5,3%) ortofrutta (- 4,9%). Invece è sempre più salata la bolletta. Per gli acquisti di fattori della produzione gli agricoltori hanno speso quasi il 3% in più dello scorso anno. Coldiretti: l’agricoltura si conferma settore anticiclico «Nonostante le difficoltà l’agricoltura – commenta la Coldiretti – si conferma come settore anticiclico come dimostra anche l’aumento delle assunzione che crescono del 10,6 per cento nel secondo trimestre in netta controtendenza con l’andamento generale. Peraltro le aperture di nuove aziende agricole hanno superato leggermente le chiusure con la presenza nel secondo trimestre di ben 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle camere di commercio». Per l’organizzazione agricola dunque l’Italia può tornare a crescere se investe su territori, turismo, cibo e cultura. Confagricoltura: il settore non cresce abbastanza La Confagricoltura, da parte sua, ritiene però che il settore non cresca abbastanza «e il fatto che il secondo trimestre sia andato peggio del primo deve far riflettere. Servono adeguate misure per la crescita, finalizzate a migliorare la competitività di un settore che è troppo soggetto al mercato globale e alle tensioni dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che si riflettono sui costi di produzione». Cia: settore vitale che paga alti costi produttivi e contributivi L’agricoltura – sostiene la Cia – si dimostra un settore vitale, ma «paga pesantemente gli alti costi produttivi e contributivi, l’opprimente burocrazia e i prezzi all’origine che continuano a calare e non sono per nulla remunerativi». «La situazione delle imprese – ribadisce la Cia – rimane ancora critica. Negli ultimi dieci anni più di 500mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, sono state costrette a chiudere». Da qui la richiesta di una svolta nella politica agraria nazionale. Confeuro: investimenti per valorizzare le potenzialità del settore Per Confeuro i dati sul Pil confermano la capacità di resistere alla difficoltà del momento, ma «anche la necessità di investimenti in grado di valorizzarne le potenzialità». E la Copagri invita a non sprecare «l’evidente potenziale del settore agricolo, che invece è in buona parte ancora sulla carta»

ilsole24ore.com – 11 settembre 2012

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