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Sondaggio Cise-Sole 24 Ore: lavoro e sviluppo le priorità

1aaasoldiC’è una grande questione nel Paese che è al centro delle preoccupazione degli italiani: è la crescita economica. E soprattutto una crescita che sia in grado di generare occupazione.

Se c’era bisogno di una conferma, eccola nel sondaggio realizzato dal Cise, il Centro di studi elettorali della Luiss, per il Sole 24 Ore. Al primo posto della classifica dei problemi «più urgenti che un governo deve affrontare oggi in Italia» svetta di gran lunga il «lavoro». Al secondo, poi, lo sviluppo economico precede tutte le altre questioni. Immigrazione compresa, che pure in queste ultime settimane è stata al centro dei riflettori su tutti i media.

È un dato tanto più significativo se si considera lo smarrimento dell’opinione pubblica che emerge in altre parti del sondaggio. Con la ormai consueta indecisione nelle preferenze partitiche, la disillusione verso le forze di governo ma anche la frammentazione del voto verso i partiti di opposizione, dai quali continua a non emergere un’alternativa chiara.

L’economia e la politica

È scavando all’interno di quel voto sulle priorità da affrontare che si individua una chiave di lettura che unisce i due giudizi, quello economico e quello politico. Il lavoro e lo sviluppo sono in primo piano nelle preoccupazioni degli italiani rispettivamente con il 54% e il 10%, ma quegli stessi cittadini-elettori faticano a trovare un soggetto politico in grado di affrontare la loro priorità.

Prendiamo il lavoro. Quando si domanda al campione selezionato dal Cise quale parte politica «sarebbe più capace di affrontare questo problema», quasi la metà degli italiani risponde che «nessuna delle due lo sarebbe». Lo stesso avviene con lo sviluppo economico. È il 44% a dirlo nel primo caso, il 40 il secondo. E poco importa se poi, come è scontato, il 24% dice che sul lavoro il centro-sinistra è più attrezzato del centro-destra contro solo il 13 che ha la tesi contraria; mentre sulla crescita economica le percentuali si invertono, con il 24 a favore dell’attuale maggioranza e il 16 per l’opposizione.

È un giudizio di condanna della politica tout court quello che emerge. Tanto che il funzionamento della politica scala la quarta posizione tra i problemi principali del paese, collocandosi dietro i tre big già citati, e doppiando per esempio la questione giustizia, che malgrado i riflettori dei media non supera il quinto posto.

L’aspirazione a “far da sé”

Una sfiducia verso i partiti che si riflette probabilmente anche in un’altra convinzione degli italiani. Anzi due. Entrambe a forte valenza federalista. La prima: ogni regione dovrebbe poter regolare con proprie leggi la sanità e la scuola. La seconda: i soldi delle tasse dovrebbero restare agli enti territoriali perché li amministrino da soli. Nel primo a caso a dirlo è il 65 del campione, nel secondo si sfiora addirittura la quota del 70 per cento.

Sono dati che non lasciano dubbi. La sfiducia nella capacità della politica nazionale di affrontare e risolvere le priorità socio-economiche del Paese si traduce nell’aspirazione a “fare da soli”, a consegnare gli strumenti delle decisioni alla politica locale. Ed è un sentimento che, un po’ a sorpresa, unisce tutto il paese. È più forte al Nord, come è ovvio, in particolare nel Nord-Est, ma interessa anche il Sud, con cifre in favore dell’autonomia locale che sfiorano anche in questa zona del paese il 60%. Solo al Centro, e qui pesa evidentemente il centralismo della capitale, il sentimento federalista appare attenuato, ma siamo comunque oltre il 50%.

Se poi si incrocia questa aspirazione a far da sé con gli orientamenti politici, il risultato cambia di poco. Anche in questo caso la voglia di gestirsi da soli le proprie tasse appare diffusa. Tra Pdl e Lega è quasi un plebiscito, con l’82% del campione a favore, ma anche il 70% degli elettori centristi e il 52% di quelli di centro-sinistra condividono questa aspirazione.

Immigrazione

Per chiudere un risultato significativo che emerge in relazione all’immigrazione. Il sondaggio ha testato gli italiani su due questioni molto specifiche: il voto amministrativo agli immigrati regolari e la costruzione delle moschee. Ebbene nel primo caso una nettissima maggioranza (il 76%) si dice a favore, nel secondo una quasi altrettanto netta maggioranza (il 61%) si pronuncia contro. È come se convivessero due sentimenti: la voglia di integrazione da una parte e la diffidenza verso il diverso dall’altra. Sono sentimenti in apparenza contraddittori, ma forse no: sono il segno di un disagio, ma anche della volontà di superarlo. È forse un passo avanti nella giusta direzione.

Ilsole24ore.com – cise.luiss.it – 26 aprile 2011

 

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