Ieri il ministro Saccomanni ha pranzato con il presidente Letta a Palazzo Chigi. Il menù, come al solito, è stato di una sobrietà francescana. D’altronde d’indigesto c’era l’argomento al centro del tavolo, che da solo bastava a guastare l’appetito: l’Imu, vera croce di questo governo che di fronte alle strettoie del bilancio si vede costretto a sopprimere (non rinviare, non rimodulare) perché questo, almeno per il 2013, è il dikat del Pdl.
Oggi ci sarà un consiglio dei ministri che approverà il decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione: auto blu, consulenze, sistemazione dei precari, testimoni di giustizia, più un provvedimento che impone ai comuni una modalità unica e trasparente per scrivere i bilanci. La questione Imu – invece – troverà una soluzione entro il mese e, con ogni probabilità, in un consiglio dei ministri il 28 agosto. In quella data però non ci sarà un decreto specifico che si possa configurare come una riforma della tassazione sugli immobili ma solo una soluzione tampone per l’anno in corso: la prima rata sarà abolita e il costo di questa operazione – 2,4 miliardi – sarà recuperato nelle pieghe di bilancio. Ma l’abolizione totale per il 2013 richiede un esborso di un ulteriore miliardo e mezzo (totale circa 4 miliardi) . Dove si trovano questi soldi? Tanto più che ai comuni – lo ha confermato ancora ieri il ministro Delrio – dovranno essere restituiti i due miliardi di mancato gettito. Il problema Imu 2013 è più grave e più urgente che non quello della sostituzione di questa imposta per l’anno venturo e rischia di spaccare il governo. Quei 2 miliardi che mancano devo essere trovati: il Pd propone che a pagare l’Imu sulla prima casa per quest’anno siano almeno i più abbienti, mentre il Pdl è irremovibile, «nessuno deve pagare». Che fare? Sussiste un problema di copertura.
Questo per l’immediato. Poi c’è il problema su come cambiare l’Imu dall’anno venturo. Se ne parlerà a settembre con la legge di Stabilità, ma una ipotesi di accordo – dicono fonti del ministero dell’Economia – si va configurando: il punto di partenza resta sempre quello di far confluire l’Imu in una «service tax» cioè un’unica tassa comunale nella quale all’imposizione sugli immobili verrebbe associata anche quella sui servizi locali, a cominciare dalla tassa sui rifiuti (l’attuale Tares).
L’Europa, però, storce il naso : Tares e Imu infatti – è il rilievo di Bruxelles – sono di natura assai differente. La Tares è un’imposta basata sulla superficie dell’immobile di riferimento, il numero dei residenti, l’uso, la produzione media dei rifiuti, l’Imu – invece deve tener conto del valore dell’immobile e del suo pregio.
Per dirla in maniera semplice: io posso avere una famiglia di cinque membri e pago l’immondizia in base a questo parametro sia che viva a palazzo Farnese che in una stamberga. Ma il palazzo e la stamberga hanno un valore e richiedono una imposizione fiscale che vanno valutati a parte e con altri criteri. Dunque – è l’ipotesi allo studio – la service tax dovrebbe essere costituita da due elementi distinti: la tassa sui rifiuti più quella sugli immobili. Delrio ieri ha parlato anche di una quota di tassazione per il proprietario e una per l’inquilino. È comunque confermata una soglia di esenzione più alta degli attuali 200 euro che permetterà di «esentare sette italiani su dieci», dice il ministro.
Dunque nessuno sconto e ciò che pagavamo prima pagheremo poi? Non è così: se l’Imu valeva 4 miliardi – a spanne – e la Tares 1 miliardo, il gettito atteso dalla service tax non dovrebbe andare oltre i 3,5 miliardi, con un risparmio per tutti. Ma su tutto questo aleggia l’incognita del federalismo: la service tax sarà una imposta demandata cioè ai comuni, i quali avranno la possibilità di agire su alcune aliquote e potranno perfino ripristinare la tassazione sulla prima casa.
La Stampa – 23 agosto 2013
La bozza del decreto Pa: soluzione per i precari, tagli a consulenze e auto blu. Domani approda in Cdm
Nuovo taglio del 20%, rispetto alla spesa del 2012, per auto blu e consulenze, mentre è esteso a fine 2015 il blocco di nuovi acquisti o leasing di autovetture. Lo prevede l’ultima bozza del Dl per misure urgenti su «obiettivi di razionalizzazione» che sarà discusso domani dal Consiglio dei ministri.
Si tratterebbe di un testo di 10 articoli, secondo quanto anticipato dall’Ansa. L’ordine del giorno. Il Consiglio dei ministri è convocato venerdì 23 agosto 2013 alle ore 9,30 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno: «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni» (presidenza, pubblica amministrazione e semplificazione). Il provvedimento è stato preparato dal ministro della Pa, Gianpiero D’Alia.
Le misure per i precari della Pa
Tra le misure più attese c’è quella che riguarda i precari: sono infatti 150mila quelli della pubblica amministrazione che vedranno scadere il loro contratto il 31 dicembre prossimo. Per i precari si cerca una soluzione che non sia un’ulteriore proroga come quella già adottata alcune settimane fa. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella della riapertura dei concorsi. Concorsi che potrebbero riguardare solo una fetta dei 150mila precari (circa 50-60 mila lavoratori secondo i sindacati): quelli che hanno maturato almeno tre anni di contratto a tempo determinato nell’arco degli ultimi cinque anni. Per gli altri contratti a termine ci potrebbe essere una proroga di due anni da dicembre 2014 a dicembre 2016.
Il testo prevede che fino a tutto il 2015 «le amministrazioni centrali devono effettuare assunzioni utilizzando le proprie graduatorie di vincitori e idonei», che vengono prorogate. Sarà possibile bandire concorsi riservati «esclusivamente» a precari con 3 anni di servizio negli ultimi 5.
Il Pdl frena: nessuna approvazione, solo avvio dell’iter
«Prendiamo atto che nel Consiglio dei ministri di domani verrà avviata la discussione, ma non sarà approvato il decreto sulla Pubblica amministrazione, e questo semplicemente perchè il testo ufficiale del provvedimento non lo conosce nessuno. Da giugno girano bozze ufficiose, da giugno circolano numeri (come i 150 mila precari), ma di testi definitivi neanche l’ombra. Così come nessuna cabina di regia nel passato è stata mai investita della questione». Lo dichiara in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl.
Mobilità nelle società partecipate
Cessioni di contratti di lavoro per una mobilità tra diverse società e prepensionamenti: la bozza del Dl per misure nella Pa. – in possesso dell’Ansa – che va domani in Cdm, introduce così strumenti “di flessibilità organizzativa” per gestire eccedenze di personale nelle società partecipate da pubbliche amministrazioni.
Norme su presidi per salvare l’avvio dell’anno scolastico
Inoltre, con provvedimenti di “affidamento temporaneo di direzione” il Dl sulla P.A. che va domani in Cdm sblocca il nodo dei concorsi per dirigente scolastico che non si sono ancora conclusi con l’approvazione finale delle graduatorie. È tra le «misure urgenti per il regolare avvio dell’anno scolastico».
Il Sole 24 Ore – 22 agosto 2013