Via libera della Camera al sesto provvedimento salva esodati. L’emendamento governativo, che ha riscritto e fortemente ridimensionato la proposta di legge messa a punto in oltre un anno di lavoro dalla Commissione lavoro della Camera, ha ottenuto 245 voti favorevoli, 80 astenuti (Lega, M5S, Sel), un contrario e ora passa al Senato.
La sesta salvaguardia, che ha un costo di circa 2 miliardi di euro, viene coperta con i risparmi conseguiti nell’ambito del secondo e del quarto provvedimento e riducendo i fondi destinati alla cassa integrazione e alla mobilità.
Nei contenuti, il provvedimento taglia il numero complessivo di cassintegrati (con successivo passaggio alla mobilità) tutelati finora e incrementa i posti per i contributori volontari. Altri importanti cambiamenti che saranno introdotti nel puzzle definito con i primi cinque interventi sono l’estensione di un anno dell’efficacia temporale del salvataggio, che consente di maturare la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2016 per alcune tipologie di lavoratori e la tutela per una nuova categoria, cioè chi ha concluso un contratto a tempo determinato tra il 2007 e il 2011, non ha più trovato un impiego a tempo indeterminato e matura la decorrenza sempre entro gennaio 2016 con le regole ante riforma. Nominalmente la sesta salvaguardia introduce 32.100 posti, ma quelli effettivi sono 8.100.
L’intervento, infatti, più che incrementare in modo consistente i posti disponibili rimodula quelli a disposizione
Posti disponibili per le salvaguardie previdenziali alla luce delle novità previste dal sesto intervento
Prima salvaguardia Dl 201/2011 avviene tramite il taglio di 24mila posizione contenute nei provvedimenti precedenti. Nel dettaglio vengono eliminati 20mila dei 40mila posti che la seconda salvaguardia aveva previsto per i lavoratori destinati alla mobilità a seguito di accordi siglati in sede governativa entro il 2011. In base alla norma le aziende interessate avrebbero dovuto segnalare al ministero i nominativi dei dipendenti di anno in anno, in occasione del licenziamento. Ora il nuovo testo stabilisce che i nominativi siano comunicati tutti entro il 2014, anche se
Seconda salvaguardia
Dl 95/2012 Terza salvaguardia Legge 228/2012 Legge 147/2013 la mobilità partirà successivamente. Inoltre scatta un taglio di 4mila dei 6.500 posti previsti con la quarta salvaguardia per chi è stato licenziato o si è dimesso a seguito di accordi.
Su queste due ultime categorie, però, la sesta salvaguardia interviene modificando quanto previsto dalla quinta. In particolare vengono aggiunti 8.800 posti necessari per tutelare chi maturerà la pensione entro gennaio 2016 e non più entro gennaio 2015 come prevedeva la legge di stabilità 2014 (quinta salvaguardia).
Quarta salvaguardia Dl 102/2013
Quinta salvaguardia Legge 147/2013 ne attuato in favore degli autorizzati al versamento volontario dei contributi (un anno in più a disposizione per maturare la decorrenza della pensione e ulteriori 12mila posti) e per gli autorizzati al versamento volontario che si trovano in mobilità ordinaria (un anno e 5.500 posti in più).
Infine si rimette mano alla prima salvaguardia, intervenendo su chi risultava in congedo per assistere figli con disabilità gravi (Dlgs 151/2001) o familiari con handicap (legge 104/1992). Il tempo utile per maturare la decorrenza della pensione viene esteso di un anno (fino a gennaio 2016) e vengono aggiunti 1.800 posti, portando il plafond complessivo a 4.450. Va registrato che nell’ambito della quarta salvaguardia per questa categoria sono arrivate oltre 10mila domande.
I nuovi numeri complessivi per categoria di lavoratori vedono i contributori volontari destinatari del maggior numero di posti (47.140) seguiti da esodati e licenziati (35.420) e lavoratori in mobilità ordinaria (25.590).
Il Sole 24 Ore – 4 luglio 2014