Claudia Ferrero. Con la sua «Zona» in questi anni ha rivoluzionato le abitudini alimentari di milioni di persone. È l’uomo della formula 40-30-30, ovvero le percentuali di come suddividere nel piatto carboidrati, proteine e grassi. Ora il nuovo messaggio di Barry Sears è: «Oltre la dieta mediterranea».
Tocca un argomento caro agli italiani, il famoso biochimico americano, ieri in visita a «La Stampa»: valorizzando la ricchezza in antiossidanti di frutta e verdura, non esita però a mettere in luce i difetti di pasta, pizza e pane. «Non sono la vera dieta mediterranea – dice -. La caratteristica unica che accomuna ogni regione che si affaccia sul Mediterraneo non è la pasta, bensì il consumo, oltre che di pesce, di carboidrati colorati. È questa la dieta vera, di cui parlò Ancel Keys oltre 60 anni fa: pesce ricco di acidi grassi Omega 3 e alimenti in cui abbondano i polifenoli: verdura, frutta, olio extravergine d’oliva e, in modiche quantità, vino rosso. Un modo di alimentarsi gustoso, sano, che fa dimagrire».
Il libro
L’evoluzione di Barry Sears è descritta nel suo nuovo libro «La Zona Mediterranea», scritto con Daniela Morandi (Sperling & Kupfer), dove «mediterraneo significa colore nel piatto». «Per ottenere risultati migliori bisogna però ridurre la frutta e aumentare le quantità di verdure non amidacee – spiega -. Ciò diminuisce il carico glicemico della dieta e ne potenzia ancor di più le prestazioni antinfiammatorie. L’essenziale è tenere il corpo in costante equilibrio ormonale, usando alimenti per lo più tipici di quell’area del mondo».
Sears insiste: i cibi giusti possono spegnere i «geni infiammatori». Al contrario, mangiare male li attiva. Sono loro che ci fanno ingrassare, ammalare, invecchiare più velocemente, provocando obesità e diabete di tipo II. «La biotecnologia ha dimostrato quanto gli alimenti modifichino l’espressione dei geni – continua -. Stiamo tornando alle origini della medicina, a Ippocrate, quando diceva “Fa’ che il cibo sia la tu medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Ora tutto questo è dimostrabile». È anche una dieta ipocalorica, perfetta per perdere peso, «ma che non provoca senso di fame né affaticament. Anzi, dà energia e lucidità mentale».
No al «bianco»
Per sapere se siamo sulla via giusta, consiglia di guardare i colori: «Più bianco mettiamo nel piatto e più infiammazione creiamo. Mi riferisco a pane, pasta, riso, patate. Quanto alle proteine, meglio carne bianca e pesce. Anche per i vegani non c’è problema: possono scegliere il tofu o prodotti a imitazione della carne a base di soia».
Tanta passione per i carboidrati colorati nasce dal loro contenuto di polifenoli, in alta concentrazione nei frutti di bosco selvatici, come il Maqui. E ben venga, naturalmente, anche un bicchiere di vino rosso. «I polifenoli aiutano a spegnere la risposta infiammatoria e ancora di più lo fanno gli acidi grassi Omega 3 a catena lunga».
In tema Expo, Sears sarà oggi a Milano al «Principe di Savoia» per una tavola rotonda organizzata da Enervit-Enerzona dal titolo «Oltre la dieta mediterranea», a cui parteciperà anche Fedez, fan del metodo che ha usato per dimagrire: «Sul palco a petto nudo con la panzetta? Mai!».
«La composizione della dieta Zona – conclude Sears – è virtualmente identica a quella proposta dal più importante centro di ricerca e trattamento del diabete, il Joslin Diabetes Center della facoltà di Harvard». E non è solo questione di alimentazione, ma di stile di vita. Prima di andarsene Sears ci regala un’ultima formula: 80% dieta; 15% attività fisica; 5% meditazione. È il suo modello per vivere sani e a lungo.
Calabrese: “Sears è il migliore dei cattivi”
Nadia Ferrigo. «Con la Dieta Zona all’inizio si perdono per lo più acqua e massa muscolare e seguirla è così complicato che ci vorrebbe un commercialista. A mio parere Sears è il migliore dei cattivi, cioè delle diete che tolgono i carboidrati ed espongono al rischio di chetosi, alterando il metabolismo degli acidi grassi». Parola del nutrizionista Giorgio Calabrese, autore con la moglie Caterina del libro Dimagrire con la dieta mediterranea.
Non basta la frutta per sostituire i carboidrati di pasta e pane?
«Assolutamente no. Per esempio la pasta contiene carboidrati in una dose 15 volte superiore alla lattuga e per integrare bisognerebbe mangiarne in grandissima quantità. Abbiamo capito che la Dieta Zona ha avuto una prima fase dimagrante, poi seguita da un’altra salutista. Mi congratulo con il mio collega per il passaggio, ma non è ancora abbastanza».
Che cosa manca?
«I carboidrati vanno portati da una percentuale di 40 ad almeno 50 e le proteine a 15, altrimenti sarà una dieta dimagrante e non equilibrata. Ricordiamo poi che pane e pasta non fanno male. Non è la farina di grano a creare danni, ma le dosi eccessive».
Non crede che la «vera dieta mediterranea» sia a base di pesce, come spiega Sears, citando Ancel Keys, che studiò a lungo le abitudini alimentari degli abitanti di Pioppi, un villaggio di pescatori del Cilento?
«Quella di Pioppi era una popolazione sì di pescatori, ma anche povera, con pane e pasta alla base della dieta. Quando per un mese provarono a invertire pranzi e cene italiani con quelli americani, il loro colesterolo si alzò. Il nostro è tra i Paesi al mondo dove l’aspettativa di vita è più alta e proprio perché non si basa solo sul pesce o su un altro alimento, ma li comprende tutti».
La Stampa – 7 maggio 2015