Nel 2016 la produzione mondiale di carne di pollo potrebbe superare i 100 milioni di tonnellate, e il contributo dei paesi dell’America del Nord e del Sud probabilmente sarà pari al 44%. Per il 2015, era stata stimata una produzione mondiale pari a circa 99 milioni di tonnellate, a fronte di un valore reale di 96,3 milioni di tonnellate del 2013. Di fatto rispetto a tre anni fa, il peso delle due Americhe nella produzione avicola mondiale è diminuito dal 46,5% al 43,8%.
Questo perché il loro tasso di crescita è stato in media di poco inferiore al 3%, mentre nel decennio precedente era pari o superiore al 4%, rispetto a una media generale del 3,5%.
I dati forniti dall’USDA riguardanti specificamente la produzione di carne di pollo, prevedono un aumento del 3,4%, stimando una produzione complessiva, nel 2016 pari a 89 milioni di tonnellate. Nonostante le preoccupazioni legati ai casi di influenza aviaria, per la maggior parte delle industrie avicole le prospettive sono buone, con prezzi dei mangimi favorevoli e meno concorrenza da parte delle altre carni. I maggiori produttori dell’America Latina stanno studiando modi per contrastare e prevenire i focolai di aviaria, compresa la costituzione di fondi e piani di emergenza, che includono controlli sulle misure di biosicurezza.
Per le carni di pollame si prevede, nel lungo termine, una continua crescita intorno al 2% all’anno, con una produzione totale di circa 134 milioni di tonnellate entro il 2024. Nello specifico il pollo copre circa l’89% di tutta la carne di pollame, e quindi nel 2024 se ne dovrebbero produrre circa 119 milioni di tonnellate.
Nel 2013 gli Stati Uniti sono stati il principale produttore di carne di pollame (17,6 milioni di tonnellate nel 2013) anche se il suo tasso di crescita tende a diminuire. L’industria brasiliana, invece, ha aumentato la sua quota produttiva di quasi il 6% l’anno per raggiungere, sempre nel 2013, i 12,4 milioni di tonnellate.
I dati più recenti forniti dall’USDA sulla produzione di broiler mostrano che nel 2016 la produzione degli Stati Uniti dovrebbe raggiungere la cifra record di 18,4 milioni di tonnellate, mentre per il Brasile, la produzione potrebbe avvicinarsi a 13,5 milioni di tonnellate, sostituendo la Cina come secondo più grande del mondo produttore mondiale.
Secondo il World Agricultural Supply and Demand Estimates (WASDE), quest’anno negli Stati Uniti la produzione di carne nel 2015 sarà di poco inferiore ai 18 milioni di tonnellate. La prospettiva di bassi prezzi dei mangimi ha indotto un aumento del 2,2% nelle previsioni per il 2016 per la produzione di polli spingendo il totale verso 18,5 milioni di tonnellate.
I pesi medi delle carcasse sono aumentati: nei primi quattro mesi del 2015 il peso vivo medio era di 6,1 libbre (2.8kg), l’1,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
Per il 2015 si attende un aumento del 2,5% della produzione di broiler del Brasile che raggiungerà la quota record di 13,1 milioni di tonnellate, grazie anche a un aumento delle esportazioni stimolate dalla svalutazione del Real. Secondo un rapporto USDA, i margini dovrebbero restare positivi, ma ad un tasso decrescente, dato che si prevede un aumento dei costi di produzione.
La relazione evidenzia inoltre alcune incertezze relative alle prospettive economiche del Brasile, che potrebbero frenare l’espansione del settore. Malgrado questo si stima che nel periodo 2009-2014 la produzione di broiler sia cresciuta del 2,8% l’anno, e i dati suggeriscono che nel 2016 potrebbe ulteriormente crescere del 3% fino a 13,5 milioni di tonnellate. Secondo Ricardo Santin, vicepresidente della divisione pollame della Associazione Brasiliana di proteine animali (ABPA) nei prossimi 10-20 anni la più grande sfida per l’industria avicola sarà raggiungere il giusto equilibrio tra una maggiore produzione stimolata da una crescente domanda mondiale, e le questioni relative all’ambiente e al benessere degli animali.
Le misure adottate dal Messico nel 2012 e 2013 per contrastare focolai di influenza aviaria, hanno consentito al settore avicolo di aumentare i livelli di produzione, spingendo la produzione del 2016 verso il record di 3,2 milioni di tonnellate.
Tra il 2009 e il 2012 l’industria argentina dei broiler è cresciuta ad un ritmo superiore al 10% l’anno, superando i 2 milioni di tonnellate. I dati provvisori per il 2015 indicano un ulteriore incremento dello 0,5% spingendo la produzione a 2,06 milioni di tonnellate.
Per il Canada si prevede un aumento della produzione di broiler del 3% per il 2015, e un ulteriore 2% per il 2016, con una produzione che probabilmente supererà 1,1 milioni di tonnellate.
Fonte The Poultry Site (da Unaitalia) – 20 gennaio 2016