La Commissione europea sta studiando un piano B nell’eventualità he non si riesca ad approvare la riforma della politica agricola comune in tempo.
Il commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos, lo dice ai cronisti che lo seguono al vertice informale dei ministri agricoli di Horsens, in Danimarca. Sottolinea che l’esecutivo europeo asta preparando e studiando tutti gli scenari possibili» e che non si può fare accordo «senza conoscere le cifre del bilancio 2014-2020.. E la prima volta che il commissario Ue ammette che il rischio ritardo c’è ed è concreto. Non approvare la riforma nei tempi previsti vorrebbe dire poter prorogare l’attuale assetto del regime dei pagamenti diretti, con fondi adeguati al tasso di inflazione ( 2%), ma causerebbe non pochi problemi per la programmazione dei piani di sviluppo rurale. I timori che agitano i sonni dell’ex ministro rumeno sono quelli evidenziati a più riprese dalla commissione agricoltura del parlamento europeo. Primo, anche se Ciolos non lo dice, la quantità di elementi della sua proposta che lasciano insoddisfatti sia i deputati che gli Stati membri, che dovrebbero emendarla, per la prima volta, nell’ambito della co-decisione, con un negoziato parlamento consiglio-commissione. Difficile da fare in tempi stretti, soprattutto su una bozza legislativa di oltre cinquecento pagine e che va incontro a
modifiche sostanziali. Secondo motivo, quello esplicitato da Ciolos, la concomitanza del negoziato sulla Pac con quello sul budget pluriennale dell’Ue, di cui il 35-40% è politica agricola. Circostanza che al momento costringe tutti a navigare a vista, senza sapere l’ammontare delle risorse a disposizione. Per mesi l’esecutivo comunitario ha sostenuto che si potesse fare, nonostante la preoccupazione di diversi ministri e l’avvertimento della commissione agricoltura del parlamento europeo che disse: «In caso di taglio del bilancio tutto torna in discussione.. Oggi, anche Ciolos ammette di avere difficoltà a immaginare come gli stati membri e l’Europarlamento possano decidere al buio, «senza conoscere il livello dei fondi a disposizione.. L’argomento è stato a lungo dibattuto nell’aula della commissione agricoltura del parlamento Ue a Bruxelles, dove il 18 e 19 giugno saranno presentate le posizioni sulla riforma. A Horsens il presidente Coma-gri, Paolo De Castro, ha avanzato una proposta concreta per superare lo stallo: L’unico modo per fare presto.,ha detto rivolto direttamente ai ministri, «è anticipare la fase di negoziazione tra consiglio e parlamento utilizzando l’arco temporale dall’approvazione della posizione parlamentare m Comagri al voto in plenaria-. De Castro ha anche anticipato elementi delle relazioni del Parlamento sulla futura Pac: una componente verde dei pagamenti diretti che interessi solo aziende con più di 20 ettari, che dia il giusto riconoscimento a oliveti e frutteti, in cui il concetto di «area di interesse ecologico» per agricoltore venga esteso a «corridoi ecologici. fatti da più agricoltori insieme.
ItaliaOggi – 5 giugno 2012