Il primo scisma, anticipatore forse di quelli a venire, si è consumato. Il presidente della Liga veneta Luca Baggio ha abbandonato il gruppo del Carroccio in consiglio regionale per costituire, insieme al compagno di partito Matteo Toscani, un nuovo gruppo consiliare: il nome scelto è «Impegno veneto». Insieme ai due leghisti, anche l’ex esponente del Nuovo centrodestra Francesco Piccolo. La scelta dei fuoriusciti è, ufficialmente, motivata dalla deriva a destra della Lega a trazione Salvini.
In realtà, si tratta dell’ultimo capitolo della guerra che divide il sindaco di Verona Flavio Tosi, segretario della Liga veneta, dal governatore Luca Zaia e dallo stesso Matteo Salvini. Una mossa pesante che esce dai confini del partito e si materializza nell’istituzione, un atto di sfida esplicita da parte dei sostenitori di Tosi. Per dire: se lo strappo tra le due leghe si consumasse fino in fondo, due o tre dei cinque senatori veneti (su quindici in totale) lascerebbero il gruppo. Due o tre anche alla Camera, dove la pattuglia leghista conta venti deputati. Il numero per fare gruppo è, appunto, venti. Gli annunciati nuovi arrivi da altri partiti lasciano Salvini comunque sereno, tanto che oggi incontrerà nuovamente (l’ha anticipato in tv ieri sera) il sindaco di Verona per verificare se vi siano margini d’intesa. Quanto a Tosi, avrà fatto i suoi calcoli dopo l’incontro avuto martedì sera a Roma con i parlamentari che lo sostengono.
Ma lo strappo in Regione sembra un’anticipazione dello schiaffo ancora più grave alla Lega salviniana che potrebbe arrivare questa sera. Quando il consiglio veneto del partito, controllato da Tosi, respingerà le decisioni prese dal consiglio federale, il sommo organo della Lega che lunedì scorso ha stabilito che liste e alleanze sono affare non soltanto veneto. Il federale ha anche designato l’ex parlamentare Giampaolo Dozzo a commissario sulla partita elettorale. Il neo commissario ha fatto sapere che parteciperà al consiglio veneto, anche se del parlamentino leghista del Veneto lui formalmente non fa parte.
Il neonato gruppo regionale, oltre ad essere un altolà a Zaia e Salvini, ha anche un significato elettorale. La presenza nel gruppo di un centrista prefigura l’alleanza possibile alle prossime regionali, con una lista Tosi che corre insieme a Ncd. Inoltre, la legge elettorale veneta prevede che un capogruppo possa autenticare altre due liste: l’eventuale lista Tosi non avrebbe bisogno di raccogliere le firme. Il presidente Zaia ha reagito alla novità con il consueto low profile : «L’uscita dei due consiglieri rientra nelle regole della democrazia. Io ho i veneti al mio fianco e quindi vado avanti nella mia direzione, poi in democrazia ognuno fa quello che vuole».La possibile svolta centrista dei leghisti di rito tosiano è accolta con qualche cautela da Ncd. Il cui coordinatore Marino Zorzato (che è anche vicepresidente del Veneto) si dice «in attesa. Quando nel pollaio della Lega finiranno di beccarsi, ragioneremo di politica. Solo finite le beghe e fatto il programma si parlerà di alleanze». La leader dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ieri ha invitato Zaia e Tosi a intervenire alla manifestazione «Difendiamoci» che si svolgerà sabato a Venezia. Per scambiarsi «una stretta di mano e fare pace». La presenza di Tosi sembra però da escludere. Insomma, il piano inclinato sembra portare alla scissione. Eppure, c’è chi da entrambi i fronti avverte: c’è poco spazio, quasi nulla. Ma la partita, a ieri sera, non era chiusa .
Marco Cremonesi – Il Corriere della Sera – 5 marzo 2015