di Roberto Turno. I sindacati e l’Europa. Il voto in Emilia e in Calabria. La grana della prescrizione. Il divorzio lampo. La minoranza Pd da non sottovalutare. L’incognita del post porcellum. La riforma della Pa in stand by. I Ddl sulla giustizia desaparecidos. E la partita doppia Jobs act e manovra 2015. Ogni settimana ha i suoi crucci anche se Matteo Renzi ripete di voler tirare diritto comunque. Ma tra Parlamento, piazza e Bruxelles, la settimana parlamentare (e non solo) in arrivo, sarà l’ennesimo banco di prova per il premier e il suo Governo.
Autunno con «fiducia»
In pieno autunno caldo, il Governo affronta le prossime curve più o meno a tutto gas. Guardandosi alle spalle, ma cercando la strada più breve per incassare risultati. Che potrà essere quella di ripetuti voti di fiducia per non andare fuori tempo massimo con le riforme promesse e ormai ampiamente annunciate. Ma anche per dare a Bruxelles e ai mercati prove più o meno solide della blindatura dei tentativi di cambiamento per far quadrare i conti. Una sfida che ha anche una valenza in chiave elettorale: quella più ravvicinata sono le regionali di domenica in Emilia Romagna e Calabria. Quelle a scoppio più ritardato, le amministrative della primavera prossima, che chiameranno alle urne milioni di italiani. La prospettiva delle politiche anticipate, viene considerata in questo momento niente più che un’ipotesi scolastica. Ma non per questo da eliminare a priori dalla prospettiva politica.
Partita doppia
La settimana in Parlamento vedrà intanto le due partite per il momento decisive, svolgersi entrambe alla Camera. Il Jobs act, approdato questa mattina in aula a Montecitorio, secondo calendario dovrà essere votato entro mercoledì 26: nonostante l’accordo tra i Dem, il voto di fiducia è una opzione non certo impossibile. Comunque poi il testo dovrà tornare a rotta di collo al Senato, per lo show down definitivo (e qui il voto di fiducia è più sicuro), aspettando da gennaio le norme delegate. Intanto, in un incrocio parlamentare da vertigini, la legge di Stabilità 2015 dovrà superare i voti in commissione Bilancio per sbarcare in aula a Montecitorio giovedì 27. Altra corsa, altra fiducia in serbo, quindi la trasmissione al Senato, che però non chiuderà del tutto la partita: la terza navetta sotto l’albero per la manovra è praticamente già messa in conto. E intanto martedì, giusto per gradire, è atteso il responso di Bruxelles su conti e manovra italiana. Un tour de force.
Riforme in panne
Giusto per non farsi mancare niente, Renzi dovrà poi guardarsi le spalle in Parlamento su altre incombenze di leggi da fare, che non sembrano esattamente in discesa. Come la nuova legge elettorale (al Senato), la riforma della Pa (ancora al Senato). E la riforma costituzionale (alla Camera) con annesso addio al Senato, che dovrebbe approdare a Montecitorio entro l’anno per la seconda lettura: ma poi ne mancheranno altre due. Insomma, Parlamento ingolfato e Governo sotto pressing. Anche della piazza, con quello sciopero generale di venerdì 12 dicembre. Che Renzi esorcizza.
La settimana parlamentare/ Manovra e Jobs act, sanità ancora in stand by
Restano ancora in stand by i Ddl in materia sanitaria all’esame del Parlamento. E con ogni probabilità sarà così fino all’anno prossimo. A dominare la scena saranno anche la prossima settimana Jobs act e manovra 2015, entrambi al voto della Camera. E poi destinati al voto del Senato.
Sotto il Jobs act e la legge di Stabilità 2015, niente. Almeno in materia sanitaria. Dopo il debutto di oggi in aula a Montecitorio, per la riforma del mercato del lavoro da lunedì inizia il rush che dovrà portare al voto entro mercoledì 26. Con la fiducia, se necessario. Il testo passerà poi in terza lettura al Senato per il varo definitivo, in attesa dei decreti delegati ormai in via di predisposizione al ministero del Welfare. Proprio al Senato, a quanto pare, dovrebbero arrivare le modifiche sui tagli alle regioni.
Il giorno dopo l’ok al Jobs act, giovedì 27, arriverà poi in aula la manovra, che nei giorni precedenti concluderà l’iter in commissione Bilancio. Anche la Stabilità dovrà essere trasmessa al Senato, che certamente la cambierà di nuovo. Col risultato di obbligare la manovra a una terza navetta verso Montecitorio, proprio sotto Natale, in un via vai di provvedimenti da ingorgo parlamentare classico.
Ddl Lorenzin al palo. Poco o quasi nulla in arrivo invece dalle due commissioni Sanità di Camera e Senato. A Montecitorio la XII commissione prosegue in sede referente l’esame della riforma del Terzo settore e in comitato ristretto della responsabilità professionale degli operatori sanitari. La commissione Igiene del Senato invece continua a occuparsi degli atti sulla legislazione comunitaria (Ema e medicinali veterinari) e dell’indagine conoscitiva sull’inquinamento ambientale. Il Ddl omnibus della ministra Lorenzin, non è neppure in calendario.
24 novembre 2014 – Sole 24 Ore e Sole 24 Ore sanità