La spending review entra nel vivo. A inizio della prossima settimana, e per l’esattezza martedì 15 maggio, è stato fissato un incontro tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ed Enrico Bondi, il commissario straordinario nominato dal Governo per individuare le aree della spesa pubblica su cui effettuare i tagli.
Intanto, inizia l’iter di conversione del Dl 52/2012 per la razionalizzazione delle voci di uscita della spesa.
L’incontro
«Martedì vedo Bondi». Piero Giarda ha annunciato l’incontro conversando con i giornalisti a margine di un convegno sulla previdenza in corso a Milano. In pratica sarà il primo vero giro di tavolo per capire a che punto è il lavoro di monitoraggio del commissario. È «in corso l’autoanalisi dei singoli ministeri – ha anticipato il ministro – molti dei quali hanno messo in piedi una commissione ad hoc e per fine mese, metà giugno, si avranno i primi risultati». L’operazione dovrà riuscire a portare 4 miliardi di risparmi già per l’anno in corso. Una cifra che potrebbe consentire di scongiurare il doppio aumento dell’Iva (dal 10 al 12% e dal 21 al 23%) che dovrebbe scattare a partire da ottobre e, a differenza del ritocco avvenuto a settembre 2011, stavolta riguarderebbe anche consumi alimentari come la carne e il pesce.
Giarda si è mostrato fiducioso sul lavoro di Bondi, che nel suo recente passato ha svolto con successo la missione di salvare e risanare Parmalat: «Ha studiato, è entrato nel business».
L’iter parlamentare
Ai primi passi sul fronte governativo corrispondono anche i primi passi sul versante parlamentare dell’iter di conversione del Dl 52/2012: il decreto legge per la razionalizzazione della spesa pubblica.
Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno avviato la discussione del disegno di legge di conversione (AS 3284) del provvedimento. Il testo, tra l’altro, prevede i criteri di nomina di Bondi e l’istituzione del Comitato interministeriale presieduto dallo stesso premier Mario Monti al quale il commissario dovrà mensilmente riferire sui tagli progressivamente individuati. Oltre alla razionalizzazione della spesa, tra i compiti affidati al commissario (con un incarico della durata di un anno) c’è quello di coordinare l’attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni – Authority indipendenti, organi, uffici, agenzie o soggetti pubblici inclusi – e gli enti locali. Nei confronti delle regioni, il Commissario, nel rispetto del principio di sussidiarietà e di leale collaborazione, potrà formulare proposte al governatore comunicandole anche al ministero dell’Economia.
Il patrimonio immobiliare dell’Inps
La spending review, quindi, non riguarda solo i ministeri. Anche gli altri soggetti pubblici si stanno già muovendo per alleggerire le voci di spese. L’Inps, ad esempio, entro il 2014 lascerà oltre il 10% degli immobili strumentali dei quali usufruisce con l’uscita da 78 strutture sulle 680 utilizzate nel 2008. L’obiettivo di risparmio dell’istituto di previdenza è quantificato in 32 milioni annui (24 milioni per minori spese di funzionamento e 8 milioni per nuove locazioni). Per questo saranno abbandonati circa 229mila metri quadri (su 1,9 milioni complessivi): uno spazio pari a tre volte il Circo Massimo a Roma.
La spesa sanitaria
Molto più complicata la partita delle riduzioni di spesa sul fronte sanitario. La Cgil ha già annunciato il suo dissenso rispetto alle intenzioni del ministro della Salute, Renato Balduzzi, su ticket e sistema di franchiga per tutti. «Una fuga in avanti che azzera la discussione su come rendere più equo l’attuale sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico dei cittadini» secondo il segretario confederale, Vera Lamonica, e il responsabile Politiche della salute del sindacato, Stefano Cecconi. I due dirigenti avevano «dato la disponibilitá a discutere su come rendere più equo il sistema, senza rinunciare all’obiettivo di arrivare, seppur gradualmente, al superamento dei ticket. Ma bisogna farlo all’interno di un confronto per dare respiro e risorse al Servizio sanitario nazionale, strangolato da 17 miliardi di tagli lineari in tre anni, e ora nel mirino di una spending review – continuano – che annuncia nuovi tagli invece che proporre come rendere appropriata la spesa, riqualificando i servizi e con una vera lotta agli sprechi».
Ilsole24ore.com – 12 maggio 2012