«È una legge deleteria e inapplicabile. Questa normativa blocca tutte le possibilità di sviluppo per gli agriturismi, anziché consentire di diventare la vetrina dei prodotti locali». La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) di Venezia ha riunito ieri, all’agriturismo Praetto di Marcon, gli operatori del settore per lanciare la mobilitazione per chiedere modifiche sostanziali alla nuova legge regionale sull’attività agrituristica.
All’iniziativa aderisce Turismo Verde, l’associazione che rappresenta le imprese che fanno attività agrituristica. Approvata nel dicembre 2013, la normativa prevede una serie di direttive a cui gli agriturismi dovranno adeguarsi entro settembre. In questi mesi Cia Venezia ha svolto un confronto puntuale tra la nostra normativa e quella delle altre Regioni, in particolare di Lombardia ed Emilia, da cui emerge che il Veneto ha la legge «più penalizzante d’Italia».
Le questioni controverse sono molte, a iniziare da quelle relative al numero dei pasti servibili e all’approvvigionamento dei prodotti agricoli. La legge impone che il 65% dei prodotti impiegati sia di produzione aziendale. Un tetto impossibile da rispettare per gli agriturismi che rischiano di dover abbandonare le loro produzioni di eccellenza (c’è chi si è specializzato, ad esempio, nei salami o chi nel vino) per produrre un po’ di tutto, con una qualità inevitabilmente più bassa. La Cia propone di fissare un tetto dell’80% di prodotti di provenienza locale, all’interno del quale l’agricoltore potrà stabilire la quota di produzione aziendale e quella che acquisirà dalle altre aziende del territorio, così da favorire anche la creazione di una rete delle eccellenze locali. La Cia chiede di rivedere le norme sull’ospitalità, che oggi prevedono massimo 30 posti nelle camere e altrettanti nell’agricampeggio, consentendo una maggiore flessibilità tra le due tipologie. Non mancano altre criticità e rigidità burocratiche. «Vogliamo sensibilizzare la politica su una legge che è impossibile da applicare», ha detto Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, «vogliamo aprire un confronto con le forze politiche che si candideranno alle elezioni, ma anche con l’attuale giunta Zaia e il Consiglio regionale. La Regione è ancora in carica per alcuni mesi e, se si vuole, c’è il tempo per aggiustare la legge».
Giovanni Monforte – La Nuova Venezia – 28 gennaio 2015