«Il consigliere Sinigaglia fa campagna elettorale ma la verità dei fatti è diversa. Non abbiamo sospeso l’erogazione dei servizi di assistenza aggiuntiva ma, semplicemente, non siamo più in grado di garantirne l’offerta generalizzata a prescindere dal reddito, perciò continueremo a fornire questa prestazioni ai ceti più deboli e alle categorie protette – bambini, anziani, disabili e chiederemo una partecipazione economica ai più abbienti ».
Così Luca Coletto, l’assessore regionale alla sanità, spiega la natura del provvedimento, rimarcando le responsabilità nel giro di vite imposto al bilancio socio-sanitario: «Dopo anni di crescita fisiologica della spesa al ritmo del 3-4% l’anno, ora lo Statoci impone tagli orizzontali sempre più dolorosi: noi rifiutiamo la logica della mannaia, abbiamo ridotto la spesa migliorando l’efficienza del sistema e ci impegniamo a garantire standard elevati di cure, anzi intendiamo migliorarli. Ma per farlo dobbiamo chiedere un contributo ai cittadini che sono in grado di affrontarlo, è la condizione per garantire il diritto alla salute ai ceti popolari, un obiettivo per noi irrinunciabile ».
L’assessore insiste sui conti: «Nei prossimi tre anni non riceveremo un euro in più da parte dello Stato mai costi, inevitabilmente, cresceranno. Abbiamo un ereditato un disavanzo ingente, lo stiamo risanando al punto da chiudere i bilanci delle aziende in attivo, stiamo progressivamente eliminando ogni fonte di spreco e non abbiamo neppure il gettito Irpef.
Assicureremo le cure e l’assistenza e, soprattutto, la tenuta del nostro welfare. Noi parliamo con i fatti, le chiacchiere le lasciamo ad altri».
Il Mattino di Padova – 8 gennaio 2013