Non sprecare neppure una goccia di latte. È l’imperativo categorico dopo le immagini dei giorni scorsi di prodotto appena munto finito nel liquame per la difficoltà di trovare acquirenti. E si corre ai ripari con una decisione che unisce l’etica al mercato.
Il ministero delle Politiche agricole è sceso in campo con il ministero del Lavoro, l’industria, la Gdo, la ristorazione e gli enti caritativi, per dare una boccata di ossigeno al settore del latte e nello stesso tempo rafforzare l’offerta per gli indigenti. Sperimentando per la prima volta un modello che prevede l’acquisto di latte fresco da trasformare in Uht da distribuire ai poveri.
Si parte nei prossimi giorni con i bandi Agea, riservati ai caseifici, con un primo stanziamento di 2 milioni per 60mila quintali di latte. A regime si arriverà a un finanziamento di 10 milioni per circa 300mila quintali. In questo modo si punta ad alleggerire il mercato da una valanga di latte in cerca di collocamento. Ci sono infatti quantitativi ingenti che sono rimasti fuori dai contratti e che senza acquirenti, se va bene, incassano 16-17 centesimi al litro. Un prezzo che non copre neppure l’alimentazione del bestiame pari a circa 24- 25 centesimi. Il mercato europeo, a un anno dalla fine delle quote, è ingolfato dalla super produzione e in Italia la situazione è particolarmente difficile nonostante il pacchetto di misure adottato dal governo e le iniziative spot che si stanno intensificando in particolare in Lombardia. In attesa di misure strutturali sulle quali a maggio dovrebbe arrivare un segnale da Bruxelles. Intanto però occorre affrontare l’emergenza.
«Con le azioni stabilite – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – viene confermata ancora una volta l’operatività del nostro Tavolo indigenti come vero e proprio laboratorio di costruzione di buone pratiche contro lo spreco alimentare e a favore degli indigenti. Abbiamo un modello unico in Europa e anche questa decisione lo dimostra. Il settore lattiero sta vivendo ore molte complicate e per questo è necessario un intervento mirato a impedire che il latte venga sprecato o buttato».
«Il recupero degli sprechi alimentari – ha aggiunto il vice ministro Andrea Olivero – e la loro destinazione al sostegno agli indigenti è una nostra priorità. Davanti alle immagini del latte sversato nei liquami non potevamo rimanere fermi». Soddisfatto Marco Lucchini, direttore generale fondazione Banco alimentare: «Questo progetto, unico nel panorama europeo, ci permetterà di utilizzare i fondi stanziati dal Fead per l’acquisto di altri generi alimentari e allo stesso tempo di continuare a garantire un aiuto efficace a oltre 1.560.000 persone povere in Italia».
Annamaria Capparelli – Il Sole 24 Ore – 27 aprile 2016