Giunta ormai agli sgoccioli, la legislatura scopre all’improvviso di trovarsi ingolfata in un calendario di lavori parlamentari che almeno fino a Natale si annuncia complicatissimo. Anche politicamente, naturalmente, a partire dal tema dominante nelle agende di tutti i partiti: la riforma elettorale.
È un fine stagione rovente quello che attende Camera e Senato. Col cuore dell’attività parlamentare che a partire da questa settimana batte pressoché esclusivamente a palazzo Madama. Dove si deve decidere sulla legge elettorale. E dove sono agli atti tutti i decreti legge in vigore, a partire da quelli più pesanti sui quali spesso mancano ancora le intese sia tra le forze politiche, sia tra queste e il Governo: decreto crescita, riordino delle Province, tagli ai costi della politica locale, sono gli appuntamenti più attesi. E in qualche modo a rischio. Tutto questo mentre ancora al Senato da questa settimana parte la sessione di bilancio per il 2013, con l’arrivo della legge di stabilità trasmessa giovedì dalla Camera. L’ex legge Finanziaria, tra l’altro, è destinata a fare una nuova navetta verso Montecitorio prima di Natale. Prepariamoci dunque ad autentiche maratone parlamentari, con votazioni di fiducia a ripetizione che faranno salire di parecchio perfmo l’attuale record di 46 fiducie richieste in poco più di un anno dal Governo dei professori. Le fatiche finali della legislatura cominciano questo pomeriggio. Col Senato, come detto, che “batte cassa”. In aula oggi va in scena il Ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Poi da domani, sempre in aula, si parte di gran carriera con un calendario apparentemente impossibile da rispettare, se non a colpi di fiducia: la delega fiscale (che tornerà a Montecitorio) e mercoledì la riforma elettorale. A seguire il decreto-crescita (da inviare alla Camera) e quello sui costi della politica. Il taglio delle Province dovrebbe sbarcare in aula solo tra una settimana. Se mai il calendario sarà rispettato. Intanto la Camera attende al varco che dal Senato tornino decreti e Ddl, a partire dalla riforma elettorale (se sarà approvata). Così l’aula di Montecitorio ha apparecchiato un programma di diverso profilo, a cominciare dal riconoscimento dei figli naturali. Ma dal 10 dicembre e fino a Natale l’ingorgo toccherà anche la Camera e solo a quel punto si potranno fare i bilanci di fine legislatura.
Il Sole 24 Ore – 26 novembre 2012