Sisma, danni per oltre 100 milioni. Il commissario Zaia ai sindaci: «Troveremo i soldi»
ROVIGO — La prima, sommaria, stima dei danni causati dal terremoto in Polesine, che ammonta a 10 milioni, «è ridicola e provvisoria». Lo ha detto il governatore Luca Zaia ieri, dopo la visita ai 26 Comuni colpiti dal sisma e l’incontro in prefettura a Rovigo con i rispettivi sindaci. «Il computo è di decine di milioni — ha aggiunto il presidente — non escludo possa arrivare a oltre 100, perchè ai danni si devono aggiungere le spese della messa in sicurezza degli edifici, la vera sfida del futuro. Aspettiamo la stima definitiva ma nel frattempo non possiamo dormire sonni tranquilli, la situazione pur sotto controllo desta comunque preoccupazione. Non c’è la devastazione vista in Emilia, ma il sisma ha lasciato il segno anche in Veneto ». Sono stati coinvolti 37 edifici di culto, 73 abitazioni, 20 edifici pubblici, 24 capannoni e strutture produttive, 14 tra scuole e Università (quella di Rovigo è per tre quarti inagibile, 1 milione di danni), 15 edifici rurali, per un totale di 90 sfollati, tra Fiesso Umbertiano, Giacciano con Baruchella e Calto.
La mission di Zaia è convincere il governo a inserire nel decreto di emergenza tutti e 26 i Comuni coinvolti, non solo gli attuali 17, ovvero Bagnolo, Calto, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Ceneselli, Ficarolo, Gaiba, Gavello, Giacciano con Baruchella, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, Stienta, Trecenta. All’appello mancano Bergantino, Bosaro, Fiesso Umbertiano, Frassinelle, Guarda Veneta, Pontecchio Polesine, Rovigo e San Bellino. Per adesso i danni maggiori, cioè 1 milione di euro a testa, li hanno denunciati Rovigo per l’Università, Castelguglielmo, Castelmassa e Ficarolo. «Da oggi una task force composta da ingegneri, tecnici dei Geni civili, architetti e agronomi farà il giro del Polesine per rilevare l’esatta entità e tipologia delle perdite», ha annunciato Daniele Stival, assessore alla Protezione civile. «I soldi? — ha precisato Zaia —Come abbiamo fatto per l’alluvione li troveremo, sennò andremo a prenderceli. Ci sono la volontà di lavorare in squadra e l’ansia di tornare alla vita di tutti i giorni, perciò il primo passo sarà un coordinamento con i sindaci, per avviare la ricostruzione. Mi preoccupa anche la situazione dei capannoni, e poi nel giro di 24 ore voglio chiarire con Roma la questione dell’Imu. Chiederemo di poter avere l’autocertificazione per l’esenzione e di procrastinare a settembre il pagamento per le case colpite dal sisma».
Al vertice, coordinato dal prefetto di Rovigo Romilda Tafuri, hanno partecipato 20 sindaci dei 26 interessati dalle scosse, gli assessori Stival e Isi Coppola (Economia), i tecnici della Protezione civile e i vigili del fuoco. Il cui comandante provinciale, Girolamo Bentivoglio, ha rivelato: «Abbiamo eseguito 1250 interventi: 60 edifici e 10 capannoni non sono fruibili. La fase di allerta permane, anche perchè si prevede una nuova scossa, quindi abbiamo avuto il via libera per l’eventuale allestimento di un campo base nel Rodigino, un centro operativo avanzato che potrà ospitare fino a 300 sfollati». E per le altre province, cioè Padova, Vicenza e Verona, che hanno accusato crolli in chiese, scuole, aziende e case, chi paga? «Non sono nel decreto di emergenza — spiega Stival — dovremo intervenire con i bilanci di Regione, Province e Comuni. In ogni caso, finchè non cessa lo sciame sismico non possiamo procedere con la ricostruzione. Per ora stiamo concordando i lavori di somma urgenza, da coprire con i 500 mila euro stanziati dalla Regione».
Corriere del Veneto – 12 giugno 2012