Da tempo il dibattito è acceso: se il cibo locale mostra indubbiamente delle caratteristiche di desiderabilità agli occhi dei consumatori (freschezza, qualità, tipicità…), molti hanno provato a metterne in discussione l’efficienza energetica.
Da una parte e in via preliminare, la ricerca ha sottolineato l’aumento delle distanze geografiche nella commercializzazione dei prodotti alimentari, con conseguente emissione di gas serra; dall’altra, si è sottolineato come per contro i trasporti locali possano essere disorganizzati, inefficienti e con maggiore utilizzo di percorrenze “su gomma” e con piccoli veicoli. In Francia, il settore dei trasporti rappresenta il 27% dei contributi circa i gas serra, e il trasporto alimentare corrisponde al 21% delle merci trasportate. Capire insomma il ruolo e l’efficienza dei trasporti nei “local food systems” diventa fondamentale. Ora una ricerca pubblicata su Food Policy (“The energy efficiency of local food systems: A comparison between different modes of distribution”) da parte di Patrick Mundler e Lucas Rumpus del centro ricerche ISARA di Lione, mostra alcuni, preliminari risultati. Analizzando la struttura produttiva della regione alpina francese della Rhone, in cui vi è abbondante presenza di piccoli agricoltori dediti alla vendita diretta, i ricercatori hanno analizzato diverse tipologie di esitazione dei prodotti agricoli. Convertendo il tutto in “Grammi di Carburante Equivalenti.” I sistemi analizzati? – distribuzione dei cestini “settimanali” di prodotti in zona urbana da parte degli agricoltori;- distribuzione dei cestini “settimanali” di prodotti ma stavolta in zona periurbana e suburbana;- vendite dirette in azienda; – punti vendita collettivi (tipo Farmers’ Markets)- distribuzione privata commerciale in negozi specializzati;- diversi format di supermercato. Le conclusioni vanno nella direzione di sottolineare come la vicinanza città-campagna tipica della regione (Lione e i suoi dintorni) permetta in effetti di avere sistemi locali di distribuzione del cibo “energeticamente efficienti”. In tale contesto, l’efficienza energetica dei supermercati più performanti viene pareggiata da queste innovative modalità distributive. Che possono beneficiare poi di un adeguata progettazione urbanistica, che faciliti l’accesso dalle campagne alla città- aggiungono gli autori. Inoltre, la politica può decidere- è sempre il commento degli autori- di influenzare la dislocazione dei punti vendita diretta degli agricoltori, ad esempio con sovvenzioni circa il costo degli affitti, e al fine permetterne la presenza nei centri storici ed evitando sia lunghi trasporti dalla campagna (dei prodotti), sia lunghi trasporti dalla città (dei cittadini). Mundler, P. , Rumpus, L. (2012) The energy efficiency of local food systems: A comparison between different modes of distribution”. Food Policy 37 609-615
Sicurezzalimentare.it – 27 settembre 2012