Si valuta un meccanismo selettivo con l’Isee per le indennità di accompagno e un giro di vite a vasto raggio sulle false invalidità. Una stretta significativa sugli approvvigionamenti di beni e servizi degli enti locali “meno virtuosi” sul terreno delle forniture e non in linea con i parametri del sistema delle centrali di acquisto.
E una riduzione dei trasferimenti statali e regionali alle aziende di autotrasporto e, in misura minore, alle imprese in generale, così come al settore ferroviario. Saranno questi due serbatoi a garantire circa il 50% dei 5 miliardi che il Governo intende recuperare dal piano di tagli alla spesa. Un piano che prevederà molto probabilmente alcuni interventi sul pubblico impiego imperniati, oltre che sul taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici, sulla mobilità obbligatoria (su base regionale) per il personale facendo leva sul rafforzamento degli strumenti già in vigore.
Il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, ribadisce comunque che la stima di 85mila esuberi contenuta nel dossier Cottarelli non va presa assolutamente in considerazione. «Le bozze sono solo bozze», sottolinea Delrio facendo riferimento al rapporto del commissario straordinario.
Per il Governo il dossier Cottarelli va insomma considerato soltanto una base di lavoro, un punto di partenza. E lo stesso premier Matteo Renzi intervenendo in Parlamento lo dice a chiare lettere. Già la prossima settimana dovrebbe essere pronta una versione rivista e corretta del piano Cottarelli. Che poi, nella sua versione definitiva, diventerà parte integrante del prossimo Def per il quale il varo è al momento previsto nella settimana a cavallo tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. I tecnici della Presidenza del consiglio stanno lavorando intensamente, sotto la regia di Delrio e in collaborazione con quelli dell’Economia, proprio per scremare, affinare e soprattutto integrare le proposte del commissario straordinario. Che la prossima settimana si trasferirà dal ministero dell’Economia a Palazzo Chigi.
I sindacati hanno però già alzato la guardia. «Mi sembra che le cose annunciate stanno nella vecchia logica dei tagli lineari e nella compressione dell’occupazione», afferma la leader della Cgil, Susanna Camusso. Uno no ai tagli lineari arriva anche dal numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, che si dice sconcertato per le ipotesi di intervento sul pubblico impiego. Una questione che è stata affrontata nell’incontro di ieri tra i sindacati e il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, insieme ai temi della riforma della Pa e dei precari. Una riforma, quella della Pa, che sarà presentata dal Governo a maggio con interventi a vasto raggio. In ogni caso per il pubblico impiego il ricorso alla mobilità obbligatoria sembra quasi certo.
Ma i tecnici stanno valutando interventi anche in altri settori. Come, ad esempio, quelli sulle false pensioni di invalidità e sulle indennità di accompagno. Nel primo caso si pensa a un giro di vite consistente. E si sta valutando anche la possibilità di agire non solo sul cosiddetto flusso (nuovi trattamenti). Analoga operazione potrebbe scattare per le “indennità di accompagno”, che dovrebbero essere vincolate a un sistema “selettivo” da attivare attraverso il ricorso all’Isee. I tecnici stanno verificando la possibilità di agire anche sullo “stock” (le indennità già corrisposte da tempo), anche perché, come si sostiene nello stesso dossier Cottarelli, in questo modo i risparmi potrebbero diventare consistenti. Un altro capitolo nel mirino è quello degli enti pubblici. Cottarelli propone di sopprimerne una ventina, tra cui Ice, Enit, Isfol, Covip e Aran di accorparne altri 25 (agenzie comprese), a partire da quelli di ricerca.
Ma il Governo deve fare i conti anche con i risparmi dai tagli di spesa già impegnati. Come si afferma nel dossier Cottarelli (e anticipato dal Sole 24 Ore) risultano ipotecati 500 milioni nel 2015, 10,4 miliardi nel 2016 e 14,8 miliardi nel 2015. In particolare, il dossier evidenzia una sottostima di 6 miliardi sia nel 2015 che nel 2016 «delle spese a politiche invariate nella legge di stabilità», ovvero a legislazione vigente, a parità di obiettivi di indebitamento netto.
Il Sole 24 Ore – 20 marzo 2014