La circolare consente l’utilizzo di tutti gli strumenti sinora adoperati per le specie nocive non solo in materia di contenimento, ma anche per l’eliminazione totale di questi animali analogamente a quanto si fa nelle derattizzazioni. La proliferazione delle nutrie sta, infatti, determinando gravi problemi sia per le colture agricole che per il mantenimento dell’integrità ambientale. Il problema del sovrappopolamento delle nutrie ha raggiunto dimensioni non più sostenibili in ampie zone del territorio italiano in particolare la pianura Padana, la costa adriatica sino all’Abruzzo e le coste tirreniche sino al Lazio. Tale fenomeno è stato causato dalla fuga di questi animali dagli allevamenti e, in diversi casi, dalla loro liberazione nell’ambiente a seguito della scarsa remuneratività dell’allevamento.
Una nota diffusa dal Ministero della Salute ricorda che, con il decreto -legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, è stata apportata una modifica all’articolo 2, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” inserendo le nutrie nell’elenco delle specie nocive alle quali non viene accordata alcuna forma di tutela. Pertanto le nutrie, dallo status di “fauna selvatica”, e quindi protetta, sono transitate allo status di “specie nociva”, alla stregua di animali infestanti e dannosi.
Intervento reso necessario dal fatto che, “l’estrema diffusione delle nutrie che in alcuni territori sono stimate nell’ordine di centinaia di migliaia di esemplari, a causa delle loro caratteristiche etologiche (vivono lungo gli argini di corsi d’acqua scavando cunicoli e gallerie), sta determinando gravi problemi sia per le colture agricole che per lo stesso mantenimento dell’integrità ambientale”.
Alla luce delle ultime modifiche normative, al fine di chiarire le relative modalità applicative, il Direttore Generale della sanità animale e dei servizi veterinari del Ministero della salute (Silvio Borrello) e il Direttore generale dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Giuseppe Cacopardi) hanno firmato una nota circolare interministeriale, indirizzata alle Autorità regionali e provinciali, con la quale vengono individuati percorsi gestionali per la riduzione di tale specie animale.
Le novità legislative producono quindi due effetti:
-Trasferire la competenza sulla gestione delle nutrie, attualmente in capo a Regioni, Province e Comuni;
-Consentire la gestione delle problematiche relative al sovrappopolamento delle nutrie, l’utilizzo di tutti gli strumenti sinora utilizzati per le specie nocive non solo in materia di contenimento, ma anche per l’eliminazione totale di questi animali analogamente a quanto si fa nelle derattizzazioni.
Viene, inoltre, richiamata l’attenzione nella predisposizione di linee guida per la gestione delle problematiche connesse al sovrappopolamento delle nutrie. Riscontrata la necessità di una valutazione demografica della popolazione delle nutrie sui territori di competenza.
Segnalata anche l’opportunità di piani di controllo, anche in forma consortile di Comuni che richiamino le norme tecniche predisposte dall’Ispra, incluse le tecniche di cattura, le tecniche di abbattimento e smaltimento delle carcasse, individuando eventualmente sistemi alternativi alla distruzione.
Quotidiano sanità – 3 novembre 2014