Affari&Finanza, supplemento economico di Repubblica, dedica oggi un approfondimento al nuovo Centro di referenza dell’Izs di Torino. Centoventidue delfini spiaggiati nel 2013 lungo le coste del Tirreno, colpiti dal virus del morbillo. Oltre 160 mammiferi marini arenati lungo le coste italiane nel 2014. Sono i numeri di un fenomeno in forte crescita che risulta però ancora oggi poco chiaro. Per monitorare meglio questa dinamica, è stato istituito a Genova un nuovo Centro di referenza nazionale per le indagini diagnostiche sui cetacei. Voluto con forzadal ministero della Salute il Centro sarà operativo presso la sede genovese dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con un presidio territoriale ad Imperia e attività diagnostiche a Torino. La decisione di insediare un Cdrn sotto la Lanterna non è stata una scelta casuale: perché l’Istituto, che coordinerà tutti i 10 istituti zooprofilattici regionali che lavorano inquesto settore, ha acquisito una esperienza trentennale sul campo.
Ed è da tempo attivamente impegnato nella sorveglianza sanitaria dei cetacei ed è intervenuto m occasione di oltre 130 spiaggiamenti lungo le nostre coste dal 1985 ad oggi.
Per capire l’mportanza strategica di questo nuovo Centro, occorre però domandarsi che cosa siano concretamente i centri di referenza. «Rappresentano uno strumento operativo del Sistema sanitario nazionale (Ssn), dotati di specifiche competenze tecnico-scientifiche ne isettori della sanità animale, dell’igiene degli alimenti e dell’igiene zootecnica — osserva Marina Costa, membro del Cda dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta — Nello stesso tempo, il Cdrn costituisce un punto di riferimento, non solo sul territorio italiano ma anche internazionale, attraverso l’instaurazione di prestigiose collaborazioni estere utili ad arricchire la rispettive ricerche scientifiche acquisite sul campo». Un altro aspetto da non sottovalutare è il capitolo finanziamenti. Con la decisione del ministero della Salute di accentrare su un unico Centro di eccellenza tutte le attività di diagnostica dei mammiferi marini, consentirà di avere più peso “politico” nelle relazionali con i centri nazionali di altri Paesi europei e di concentrare su di esso una quota importante di risorse del Fondo nazionale della ricerca.
«Risorse fino ad oggi parcellizzate—puntualizza Costa —Manonsolo, potremo anche accedere ai fondi comunitari del progetto life. Questo ci consentirà di stabilizzare alcuni ricercatori che operano da tempo nel nostro Istituto e di acquisirne dei nuovi». Ma veniamo alle competenze del nuovo Cdrn. Innanzitutto, per quanto riguarda le attività, l’Istituto zooprofilattico assegna a Piemonte e Valle d’Aosta le attività di terra, mentre a Genova saranno sviluppate le attività marine.
«Il territorio ligure ricopre un’importante posizione strategica—aggiunge Costa— essendo al centro del Santuario Pelagos, l’area marina protetta antistante le coste italiane, francesi e del Principato di Monaco. E lo studio della cause dello spiaggiamento costituisce una materia multidisciplinare, in quanto le patologie riscontrate possono avere un peso sia in termini di conservazione della specie che di salute pubblica». Il Centro fornirà assistenza tecnico-scientifica al ministero della Salute e coordinerà le attività diagnostiche post mortem degli istituti zooprofilattici italiani, attraverso metodiche standard eformando gli operatori sanitari coinvolti negli interventi sui cetacei spiaggiati. Ma la decisione di potenziare il centro a livello nazionale deriva anche dalla necessità di maggiori controlli sulla salute degli animali selvatici da cui sono scaturite le ultime grandi malattie come Ebola, la Sars e la mucca pazza che con una attenta sorveglianza veterinaria possono essere per tempo combattute e sconfitte.
Vito De Ceglia – Affari & Finanza – 23 febbraio 2015