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Le società della Regione dovrebbero chiudere e invece assumono. Il caso di Veneto Acque

L’esempio lampante è Veneto Acque: in arrivo un nuovo direttore a 63mila euro annui per tre anni, più il rimborso spese

di Alda Vanzan. Veneto Acque cerca un direttore: incarico di tre anni, 63mila euro lordi annui onnicomprensivi, più il rimborso spese.

L’avviso di selezione con tutti i requisiti richiesti sarà pubblicato a breve, forse già oggi, sul sito della società interamente partecipata dalla Regione Veneto, dopo che la giunta di Palazzo Balbi ha dato il via libera all’assunzione. Insomma altro che essere ridotte e tagliate.

Le società regionali non solo continuano a vivere, ma assumono pure. Se Veneto Acque avesse avuto i “conti” a posto, l’assunzione sarebbe stata decisa autonomamente senza passare per il Balbi. Ma l’autorizzazione era necessaria per più motivi. E il più rilevante è che in Veneto Acque “il costo del personale a tempo determinato o con convenzioni, ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o con contratti a progetto previsto per il 2013 supera il 50% di quello del 2009”. Tradotto: non si può (non si poteva) assumere neanche mezzo co.co.co. Una delibera di giunta dello scorso 5 marzo (la numero 258) stabilisce infatti che le assunzioni di personale a partire dal 2013 per le società regionali sono possibili solo nel limite del 50% del costo sostenuto nel 2009.

Veneto Acque, però, ha presentato una serie di spiegazioni a palazzo Balbi, ha sottolineato che l’incarico all’attuale direttore, Per Alessandro Mazzoni, è scaduto il 31 ottobre scorso e che della figura del direttore c’è bisogno, anche perché era già stato abolito l’amministratore delegato.

Leggi il seguito dell’articolo di Alda Vanzan sul Gazzettino

21 novembre 2013

 

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