Un blitz della polizia provinciale contro il bracconaggio ha portato alla segnalazione all’autorità giudiziaria di sei cacciatori, colti mentre praticavano, vicino a Lendinara, attività venatoria in un periodo di chiusura generale.
L’operazione è stata condotta in raccordo con il nucleo Radiomobile dei carabinieri di Rovigo e ha portato al sequestro di due fucili con tredici cartucce e di un germano reale, presumibilmente abbattuto con le doppiette e da utilizzare come esca per attrarre le volpi. L’allarme è partito da una telefonata giunta al 112, con cui qualcuno segnalava la presenza nella zona artigianale di Lendinara di un’auto ferma con il bagagliaio aperto, all’interno del quale era deposta la carcassa di un germano reale.
I militari sono corsi sul posto con un equipaggio, dopo aver contattato la polizia provinciale. All’arrivo di quest’ultima, vicino all’area presidiata dai carabinieri c’erano due cacciatori polesani vestiti di tutto punto con abbigliamento tecnico, che sostenevano di aver trovato la carcassa del volatile qualche ora prima sul ciglio stradale, mentre andavano a un appuntamento con un amico. Con il quale hanno riferito di aver organizzato una passeggiata nelle campagne del Medio Polesine. Poco più in là, dietro una siepe, gli agenti provinciali hanno però intercettato una terza persona, pure questa in inequivocabile abbigliamento mimetico, che riferiva di essere in zona non per cacciare, ma per verificare se vi fossero in giro carcasse di lepre che potessero far ipotizzare la presenza di volpi nei paraggi.
Fatto sta che, qualche metro oltre, le pattuglie intervenute hanno scoperto una scatola di proiettili e due fucili, probabilmente imboscati in fretta e furia, di cui uno già caricato con tre colpi: uno in canna. Non distante dal luogo in questione, sono stati individuati altri tre uomini, sempre vestiti da cacciatori e accompagnati da una muta di segugi, che avrebbero asserito di essere a passeggio con i propri cani. Ma che, con ogni probabilità, avevano cercato di battersela all’arrivo delle forze dell’ordine. La polizia provinciale, quindi, ha proceduto a segnalare tutte e sei le persone identificate, ritenendo che dagli elementi raccolti si configrasse «la caratteristica dinamica della battuta di caccia alla volpe».
Insomma, un nuovo risultato importante per il corpo di vigilanza di Palazzo Celio che, con i suoi tredici agenti, è impegnato in compiti di vigilanza ambientale e venatoria. Ma rischia di essere cancellato dalla riforma delle Province che, nella provincia rodigina, sta mettendo in pericolo diversi servizi e 58 posti di lavoro. Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi è stata avviata un’iniziativa istituzionale unitaria a difesa della polizia provinciale, messa in campo da tutti i parlamentari polesani e dall’assessore regionale all’Economia, Isi Coppola, nei confronti di governo nazionale e giunta veneta, attraverso il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, e il presidente della Regione, Luca Zaia.
N.C. – Il Corriere del Veneto – 3 aprile 2015