Non solo cani. Il randagismo e’ un fenomeno che, in alcune parti del Paese, interessa anche i bovini. Ed e’ un fenomeno in crescita. A denunciarlo e’ l’Ente Nazionale Protezione Animali che su questo tema ha indirizzato una lettera ai Ministri della Salute (Beatrice Lorenzin), dell’Interno (Angelino Alfano), dell’Ambiente (Gian Luca Galletti) e delle Politiche Agricole (Maurizio Martina).
L’abbandono sistematico degli animali da allevamento, gia’ tristemente noto in Campania dove a farne le spese sono i cuccioli di bufalo, riguarda in particolare quei vitelli che non potendo essere utilizzati – in particolar modo nella filiera dell’allevamento familiare- dall’industria della carne ne’ da quella del latte vengono allontanati illegalmente dagli allevamenti. ”Allevatori senza scrupoli – spiega il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – che considerano questi poveri animali non alla stregua di esseri senzienti, come la legge riconosce, ma unicamente come oggetti e quindi come una voce di costo. Un peso, un gravame di cui i loro proprietari vogliono liberarsi il prima possibile, incuranti del fatto che in tal modo non solo venga violata la vigente normativa che disciplina il settore, la quale prevede l’apposizione del marchio auricolare e l’identificazione degli esemplari, ma sia anche commessa una serie di reati”. Reati che vengono ritenuti, a torto, dagli allevatori come la soluzione piu’ semplice ed economicamente vantaggiosa ad un ”problema”. Se cio’ accade, tuttavia, e’ perche’ i controlli delle autorita’ competenti non sono sempre cosi’ assidui e solerti quanto dovrebbero. ”I bovini abbandonati sono attesi da un triste destino – prosegue Ferri -: i piu’ fortunati sopravvivono a stento, ma la maggior parte di loro muore. Il che, evidentemente, e’ assolutamente intollerabile ed inaccettabile dal punto di vista etico. Il randagismo bovino, tuttavia, produce anche conseguenze di altro tipo, rappresentando anzitutto un pericolo per la biodiversita’. E sempre all’abbandono di bovini possono essere ricondotti preoccupanti fenomeni di zoonosi, come nel caso della brucellosi che ha interessato esemplari appartenenti alla fauna selvatica”. Un allarme a 360* gradi, dunque, che, come l’Enpa ha chiesto ai ministeri competenti, sollecitandoli ad agire in sinergia per pianificare azioni mirate e definitive, non dovrebbe piu’ essere sottovalutato ma dovrebbe invece essere affrontato con tutte le misure d’urgenza richieste da un fenomeno cosi’ preoccupante.
Asca – 23 maggio 2014