di Tonino Aceti (coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva). Alcuni li chiamano “tagli”, altri “minor aumenti”. Sul punto, poche settimane fa, ha fatto chiarezza la Corte dei Conti con la “Relazione sulla gestione Finanziaria delle Regioni, esercizio 2015” quantificando precisamente in 10,5 miliardi di euro la riduzione del finanziamento (effetto cumulato) del Servizio sanitario nazionale, rispetto ai livelli programmati, come contributo agli obiettivi di finanza pubblica per gli anni 2015-2018 (pag. 43, tabella n. 10).
Ai 10,5 miliardi vanno aggiunti ulteriori riduzioni pari a 423 mln di euro per il 2017 e 604 mln di euro per il 2018, a causa del mancato contributo agli obiettivi di finanza pubblica da parte delle Regioni e Provincie autonome. Su questo è intervenuto il decreto 5 giugno 2017 “Rideterminazione del Livello del fabbisogno sanitario nazionale” G.U. 13-6-2017 Serie generale n. 135 (di cui in allegato). Un Decreto molto importante ma di cui si è parlato poco e niente!
Ricapitolando, quindi, oltre 11,5 miliardi di euro di riduzione del finanziamento del Ssn per gli anni 2015-2018, e un Fondo sanitario nazionale che si attesta nel 2018 a 113,396 miliardi anziché a 114 mld, come previsto dalla Legge di Bilancio 2017.
Queste misure che penalizzano il finanziamento del Ssn, incidono sull’assistenza e sui diritti dei cittadini. L’ultimo Rapporto PiT Salute del Tribunale per i diritti del malato denuncia come prima voce di segnalazione da parte dei cittadini la difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, circa un cittadino su tre. Una difficoltà che tende ad aumentare soprattutto in questi ultimi anni.
Anche alcune delle risposte a queste criticità, come ad esempio l’approvazione a inizio anno dei nuovi Lea, rischiano di essere fortemente depotenziate dalle misure depressive sul finanziamento del Ssn. Infatti l’Intesa tra Stato e Regioni sui nuovi Lea (7-9-2016) contava su un finanziamento per il 2017 e per il 2018 pari rispettivamente a 113 mld e 115 mld. Ad oggi invece possiamo contare su 112,5 mld nel 2017 e 113,4 mld nel 2018.
L’abrogazione del super-ticket di dieci euro sulla ricetta (che necessiterebbe di una copertura di 500 mln di euro), è una proposta avanzata dalla nostra organizzazione, condivisa in modo trasversale da quasi tutti gli schieramenti politici e sulla quale abbiamo raccolto in pochi mesi oltre 35 mila firme di cittadini. Una proposta che rischia però di rimanere tale con il taglio al FSN 2018 e l’attuale livello di finanziamento.
Anche i rinnovi della convenzione dei Mmg/Pls e del contratto dei dipendenti del Ssn, che necessitano nel 2018 di 700 mln di euro a regime, rischiano di rimanere ancora una volta un miraggio a causa dei 600 mln di euro di taglio al FSN 2018 e in assenza di nuove misure correttive.
È evidente che serve una legge di Bilancio 2018 coraggiosa, di forte investimento economico nel Servizio sanitario nazionale, e non solo una semplice “Legge di fine legislatura”. Su questo ci viene in aiuto anche il Fondo Monetario Internazionale che ridefinisce al rialzo le stime della crescita per l’Italia, portando il Pil del 2017 a +1,3% e quello del 2018 a +1,0%. Servono risorse aggiuntive, reali e certe per il Servizio sanitario nazionale, e non solo buoni propositi!
Cittadini e professionisti si aspettano su questo un segnale chiaro e concreto, attraverso il quale misurare in pratica il grado di attenzione delle Istituzioni ai problemi che vivono ogni giorno sia chi riceve, sia chi eroga le cure nels nostro Paese.
IL Sole 24 Ore sanità – 2 agosto 2017