La Febbre del Nilo è sbarcata a Rovigo. Via “culex pipiens”, ovvero la zanzara comune, il vettore attraverso il quale il virus può contagiare anche l’uomo: la fastidiosa invasione ha portato con sé anche l’allarme contagio. E dall’Ulss arriva un richiamo ad intervenire. Le trappole della rete di monitoraggio hanno infatti intercettato un gruppo, “pool” in gergo tecnico, di zanzare infette a Buso. Un secondo sciame di zanzare positive al West Nile è stato catturato anche a Porto Viro, nello stesso sito dove era già emersa la diffusione lo scorso 11 luglio. L’Ulss 5 ha subito diramato una nota nella quale, dichiarando di essere al fianco dei due Comuni interessati, sottolinea di aver ribadito l’importanza di programmare ed effettuare interventi larvicidi atti a ridurre i focolai di sviluppo larvale. Il virus viene trasmesso dalla puntura di zanzara all’uomo e, normalmente, in persone sane, può risultare del tutto asintomatico o presentare i sintomi di una piccola influenza. Il problema si pone invece per persone anziane, ammalate, con sistema immunitario compromesso, nelle quali si può manifestare una patologia neurologica grave, che può anche condurre alla morte. L’Azienda Uiss 5 conferma che non vi è alcun allarme per il sangue donato e la raccolta prosegue regolarmente sui 3 centri della nostra Provincia: Rovigo, Adria e Trecenta: sangue e emocomponenti sono controllati e certificati». Al momento in Polesine non risultano casi di persone contagiate, mentre un cavallo a Rosolina è risultato positivo. Lo scorso anno, da giugno a novembre, in tutta Italia sono stati trovati positivi 71 pazienti, 34 dei quali hanno manifestato sintomi neuro-invasivi: tre in Veneto e due ultrasettantacinquenni proprio in Polesine. Dopo la notizia della presenza del virus a Buso, il consigliere comunale eletto nelle fila del Pd Mattia Moretto, residente proprio nella frazione, punta il dito contro il sindaco Bergamin: «Se dovesse succedere qualcosa ai miei concittadini, riterrò responsabile il sindaco, perché per legge è suo il compito di garantire la salute sul territorio – dice – E’ da anni che si sa dell’esistenza e della pericolosità di questo virus: come sono state fatte prevenzione e disinfestazioni? Qua a Buso non mi risulta nulla, ma se fosse stata fatta una disinfestazione sarebbe ancora più grave».
Il Gazzettino di Rovigo – 2 agosto 2017