La barriera idraulica, che avrebbe dovuto evitare l’arrivo dei «Pfas» nelle falde che garantiscono l’approvvigionamento degli acquedotti anche dei Comuni del Basso veronese, non funziona. A dichiararlo è l’Agenzia regionale deputata ai controlli ambientali. Giancarlo Cunego, direttore del dipartimento vicentino dell’Arpav, spiega infatti che «l’estate scorsa i dati relativi alle sostanze perfluoro-alchiliche sono aumentati in maniera importante. Tanto da tornare ai livelli anteriori all’adozione delle misure anti-inquinamento.
«La barriera creata grazie all’utilizzo di pozzi che prelevano l’acqua contaminata, poi reintrodotta nel ciclo naturale una volta depurata, non era e non può essere la soluzione dei problemi», continua Cunego. «Anche se», precisa il dirigente, «da qualche tempo i livelli hanno iniziato a calare»……
19 novembre 2015