Galleggiano a migliaia trasportate dalla corrente. Il litorale veneto è invaso dalle meduse, che tengono lontani molti bagnanti dall’acqua. Chi l’affronta rischia di trovarsi in difficoltà, come le nove ragazze che giovedì sera a Caorle sono rimaste bloccate su una piattaforma a 300 metri dalla riva raggiunta a nuoto, tanto che è dovuta intervenire la Capitaneria di Porto.
Da una decina di giorni ormai assistiamo a una vera e propria invasione di meduse della specie Rhizostoma pulmo , chiamate anche polmone di mare. Sono migliaia di esemplari di questa specie autoctona caratterizzata dal cappello opalescente con bordi sfrangiati blu-viola e otto tentacoli. Per ora sono piccole, al massimo 10 centimetri, ma possono arrivare in poco tempo alla grandezza di un pallone da calcio. Per fortuna sono innocue, poco urticanti, dicono gli esperti. Vengono trasportate a seconda della corrente. «Lo spettacolo non può che rendere perplessi i biologi – interviene Luca Mizzan direttore del Museo di Storia Naturale – ogni anno aumentano, un po’ perché la pesca sta eliminando i predatori delle larve, un po’ perché le acque sono più calde». In questi giorni l’ Adriatico ha una temperatura da mare tropicale, è di 27 gradi, 3–4 gradi sopra la media. A fine mese queste meduse potrebbero diventare grandi, ma basta un forte temporale per disperderle.
Ma dobbiamo abituarci. Tra riscaldamento globale e intervento dell’uomo, l’ Adriatico è destinato a cambiare volto. La settimana scorsa il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha inaugurato il raddoppio del canale di Suez. Sono 72 chilometri di acqua navigabile in più che permetteranno il passaggio di 97 navi al giorno invece di 47. «L’opera avrà impatti pesantissimi sull’ecologia del Mediterraneo – spiega Mizzan – aumenterà la migrazione di organismi tropicali attraverso il canale, fenomeno già massiccio e in espansione grazie anche al riscaldamento globale». Gli esperti spiegano che nemmeno l’Adriatico sarà al sicuro in estate quando le acque diventano tropicali. In inverno invece per quelle specie sarebbe troppo freddo. «Difficile prevedere ora gli effetti ma sicuramente ci saranno ripercussioni sulla biodiversità mediterranea», aggiunge Mizzan. Ripercussioni potrebbero esserci anche sull’attività balneare con l’arrivo di specie pericolose. Arrivano crostacei, molluschi, meduse e pesci come il pesce palla argento, specie letale arrivata da Suez. La Società Italiana di Biologia Marina ha già lanciato l’allarme. «Non siamo contrari al raddoppio del canale – spiega Anna Occhipinti, ordinaria di ecologia all’università di Pavia – ma alla mancanza di provvedimenti per mitigare il fenomeno. Nel 1869 quando è stato scavato le navi passavano per dei laghi salati che bloccavano le specie che tentavano di migrare». Gli scienziati hanno scritto al Parlamento Europeo per chiedere misure per garantire la salvaguardia della biodiversità nel Mediterraneo.
Elisa Lorenzini – Il Corriere del Veneto – 17 agosto 2015