Governo, regioni, ordini e sindacati sembrano aver perso il filo e la coerenza di un disegno politico per gestire il cambiamento ineludibile nelle professioni sanitarie. Accanendosi a distruggere la sanità pubblica come gli hooligans contro la barcaccia del Bernini
Vi ricordate quel bel film “anatomia di un omicidio”? Un film di Otto Preminger del 1957 uno dei primi legal drama. Ebbene secondo me qualcosa di analogo ad un omicidio sta accadendo in sanità. Quello che si sta uccidendo è il buon senso, la buona politica, la democrazia, il bene comune, il valore del lavoro, la professionalità. Come in quel film vorrei provare a descriverne l’anatomia.
Seguitemi nel ragionamento…cominciamo considerando allo stesso tempo due piani distinti di questioni, cioè due realtà apparentemente indipendenti ma che sono correlabili a condizione di trovare delle semplici analogie:
· da una parte c’è il presidente della Regione Toscana che con la sua legge di riordino oltre a destrutturare un intero sistema sanitario vuole mandare a casa 1500 esuberi dicendo di voler sostituire gli infermieri con gli oss (QS 22 febbraio 2015);
· dall’altra un matto che sul comma 566 per avere dei chiarimenti prima si rivolge alla presidente Silvestro…senza avere risposte (QS 31 dicembre 2014) poi alla ministra Lorenzin … (QS 4 gennaio) …come parlare con il muro…e infine a De Filippo il sottosegretario delegato (QS 18 febbraio), quello che per come lo conosco sembra l’unico in grado di mangiare di politica.
Bene ora cercate di comprendere cosa unisce queste due situazioni apparentemente diverse.
La prima parola chiave è “indifferenza” cioè il comportamento di chi presume che i suoi scopi abbiano una loro autonomia assoluta, come nel caso di qualsiasi fanatismo esaltato, anche se raggiungerli costa sopraffazioni, ingiustizie e incalcolabili danni collaterali. Si tratta di un indifferentismo antidemocratico che presume, non si sa in virtù di cosa, che le persone debbano accettare per forza di sottoporsi come servi a delle volontà sovrane. Quindi “indifferenza” quale “asservimento”
La seconda parola chiave è “controriforma” cioè la discrezionalità che in ragione di un prius assoluto (per la Toscana il limite finanziario, per il comma 566 tutti i moventi inconfessati dell’Ipasvi ,della Fnomceo, dei sindacati e tutti quelli sulla flessibilità del lavoro confessati dalle Regioni) che cancella delle regole, dei criteri, cioè devasta un canone democraticamente e scientificamente definito dalle istituzioni e dalle comunità siano queste dei cittadini, delle professioni, degli esperti. Quindi “controriforma” quale “deregolazione”.
Bene…continuate a seguirmi…ora che avete collegato la regione Toscana con il comma 566..fate un altro accostamento…questa volta con il Tar di Trieste che su ricorso ha annullato una delibera dell’azienda di Pordenone relativa ai rapporti ambigui tra tecnici di radiologia e radiologi (QS 22 febbraio). La sentenza definisce illegittimi quegli atti che “riconoscono spazi di autonomia a soggetti diversi dai medici specialisti radiologi” definendo privi di valore quegli “escamotage” tesi a “definire a priori…le tipologie di indagini radiologiche effettuabili in assenza della previa valutazione da parte del medico specialista radiologo”, in quanto….in conflitto con la norma che prevede l’obbligo da parte dello specialista di valutare “il concreto caso clinico e delle caratteristiche della persona interessata”.
Bene…vi ringrazio per l’attenzione…continuate a seguire il mio ragionamento l’indifferentismo antidemocratico produce controriforma creando effetti deregolativi del sistema.. .quindi anomia…e di conseguenza “dissonanza” tra norme e realtà…cioè un delitto.
Ma se è chiaro il collegamento appena descritto, meno chiaro è il significato di tutti quei fatti che intorno ad esempio al comma 566 si collocano come dei satelliti oscuri e misteriosi, per esempio:
· l’agnosticismo della Fmonceo che sembra aver svenduto la propria professione ad un accordo scellerato contro i medici;
· il ministero della Salute che si propone assurdamente come una istituzione di parte deliberatamente schierata per certe professioni contro altre professioni;
· una concertazione che in realtà è una conventio ad escludendum ,
· i sindacati degli infermieri che promettono ai loro iscritti il bengodi ma che in realtà li ingannano lasciandoli a marcire nella post ausiliarietà e nel demansionamento, favorendo il dumping salariale, accettando il costo zero, autorizzando una insensata flessibilità del lavoro, ecc,
· il sottosegretario De Filippo al quale ho proposto una mediazione (no all’abrograzione del comma 566, no alla conventio ad escludendum, sì alla concertazione) ma non dà ancora cenni di risposta.
Ecco…qua…questi sono i fatti…ma qual è il nesso logico in tutto questo bailamme? Che c’entra Enrico Rossi che vuole sostituire i medici con gli infermieri, gli infermieri con gli oss..e Bianco, Silvestro, De Filippo…i responsabili sindacali…e il Tar di Trieste?
La Toscana ormai eccellenza del contro riformismo sanitario più reazionario, ha avuto per prima l’idea di compensare l’insufficienza delle risorse con le competenze avanzate (see in treat, ecc.) giocando sull’intercambiabilità dei ruoli professionali per avere la massima flessibilità e abbassare il costo del lavoro, ora che mancano in cassa 250 milioni, di questa flessibilità ha bisogno come il pane perché il riordino che sta attuando prevede esuberi per 1.500 lavoratori che non saranno rimpiazzati ma compensati con le operazioni di demansionamento/rimansionamento già previste nell’accordo sulle competenze avanzate ed ora sottintese dal comma 566.
Sulla base di questa “disperazione controriformatrice” delle Regioni si sono innestati in modo speculativo gli interessi più diversi un po’ come fanno quegli uccelli che mangiano tra i denti dell’ippopotamo quando sbadiglia:
· l’Ipasvi dopo 20 anni si ritrova nella bocca dell’ippopotamo con una professione in balia di ogni sorta di manovra economicistica e che tenta di svendersi la disperazione delle Regioni come una sua conquista compreso la L.43 del 2006 (infermiere specialistico) come una cosa nuova del comma 566…i sindacati a ruota,
· la Fnomceo che, per i problemi di incompatibilità del suo presidente, aiuta la presidente dell’Ipasvi, anche lei senatrice, a stare nella bocca dell’ippopotamo, sottoscrivendo con lei una inane proposta di riordino degli ordini (QS 4 agosto 2014) ma soprattutto spalleggiandosi a vicenda contro l’accusa di incompatibilità.
E…dall’altra parte…quasi contro-stanti… tanto i medici…che gli infermieri…meschini…che stanno a guardare tra imbarazzo e sconcerto…quasi in balia di un destino prescritto.
Da ultimo per comprendere davvero l’anatomia di questo delitto compreso tra la Toscana, il comma 566, la Fnomceo, l’ipasvi, i sindacati, il ministero della Salute, va scovato colui che ha reso tutto possibile, cioè il contesto che ha fatto di tutti costoro i complici dello stesso delitto. Questo contesto favorente è marcato PD. Dalla Toscana…fino al comma 566, il PD è il denominatore comune che tutto tiene insieme …per cui…non è logicamente sbagliato sostenere che la sentenza del Tar di Trieste…è una sentenza contro il PD considerandolo di fatto colpevole di aver tradito il buon senso, l’etica pubblica, il bene comune.
Morale della storia: il riordino della Toscana, il comma 566 andranno a finire male e come tutti i delitti, ricordo la sentenza del Tar di Trieste, finiranno in qualche tribunale. Ciò nonostante il vero colpevole la farà franca. In tribunale non andrà né il presidente Rossi, nè i senatori Bianco e Silvestro, nè i responsabili sindacali, e meno che mai i responsabili del ministero della Salute…ma andranno operatori contro altri operatori. I veri colpevoli continueranno ad essere…indifferenti…e…contro riformando contro riformando…creeranno altra anomia..facendoci diventare sempre più servi….
Accanendosi a distruggere la sanità pubblica come gli hooligans contro la barcaccia del Bernini, giustificati assurdamente dai loro indicibili limiti personali.
Ivan Cavicchi – Quotidiano sanità – 25 febbraio 2015