di Margherita De Bac. Il Corriere della Sera
1 Che cos’è il Long Covid?
È una malattia a sé, strascico a volte invalidante dell’infezione da Sars-CoV-2. Si manifesta anche a diverse settimane dal tampone negativo. È un fenomeno che sta emergendo con numeri sempre più grandi. Secondo il Nice — l’Istituto nazionale inglese per la salute e l’eccellenza nella cura — che ha analizzato circa 490 mila cartelle cliniche di malati non ricoverati in ospedale nel corso del Covid, i sintomi che persistono tra quattro e 12 settimane dopo la malattia possono essere ancora considerati parte di una protratta convalescenza. Oltre i tre mesi si può parlare a pieno titolo di Long Covid.
2 E in Italia?
L’Istituto superiore di Sanità, in un documento pubblicato a luglio e in corso di aggiornamento quest’anno, stima che ne soffra il 10% dei guariti e che la ripresa piena è rallentata nella metà di loro. In Italia parliamo di alcune centinaia di migliaia di persone — a luglio si stimava tra 200 e 400 mila — che hanno superato soprattutto forme gravi dell’infezione, in particolare anziani, ma anche adulti colpiti da sintomi lievi che poi hanno stentato a riconquistare la normale condizione di salute. In varie Regioni sono stati creati centri dedicati al trattamento del Long Covid.
3 Quali sono i sintomi?
L’università di Birmingham ne ha contati 115, dei più svariati. Il Nice elenca la persistente perdita del gusto, quindi caduta dei capelli, starnuti, calo del desiderio, problemi nei rapporti sessuali, mancanza di respiro a riposo, affaticamento, dolore toracico, voce rauca, febbre. In uno studio condotto dal John Hopkins assieme all’università di Rockville si è osservato però che in tre quarti dei pazienti la diagnosi di Long Covid può essere sovrastimata perché si scopre, andando a fondo, che alcuni sintomi riscontrati erano presenti prima del Covid. Si raccomanda dunque ai medici di ricostruire attentamente la storia dei malati.
4 Quanto tempo ci vuole per il recupero?
Il Covid può renderlo difficile, scrivono gli autori del documento Iss: «Le manifestazioni cliniche sono molto variabili e non esiste un consenso sulle caratteristiche. I segni possono essere transitori o intermittenti, cambiare natura nel tempo oppure essere costanti. Il risultato è che il paziente stenta a tornare allo stato di salute precedente l’infezione acuta e questo vale anche per chi ha accusato in quella fase soltanto febbre, tosse e spossatezza.
5 Il Long Covid colpisce anche i bambini?
La reale diffusione tra bambini e adolescenti non è stata determinata, varia dal quattro al 60%, a seconda di studi molto eterogenei. La società italiana di pediatria ha pubblicato a febbraio sul suo sito un documento di consenso al quale hanno contribuito tutte le società scientifiche di pediatria e adolescenza. Negli Stati Uniti sarebbero stati osservati circa sei milioni di casi. In campo pediatrico si parla di Long Covid dopo tre mesi dalla diagnosi di infezione e in presenza di sintomi che perdurano da almeno due mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi diversa.
6 Quali sono i controlli da fare?
È consigliata una visita di controllo al termine della fase acuta di Covid, dopo quattro settimane dalla guarigione, per valutare la possibile presenza di sintomi. La visita andrebbe ripetuta ancora dopo tre mesi.
7 I sintomi nei bambini sono diversi dagli adulti?
L’affaticamento persistente viene indicato come il sintomo più comune, altri disturbi cui prestare attenzione sono senso di costrizione al torace, scarsa resistenza all’attività fisica, tosse, dolore al petto, tachicardia, dolori muscolari, cefalea, difficoltà di concentrazione e dolori addominali ricorrenti.
8 Quali cure sono previste?
Annamaria Staiano, presidente Sip, chiarisce che «non esistono cure standardizzate, le terapie devono basarsi sul sintomo prevalente». Anche per evitare queste forme «postume» i pediatri insistono sull’importanza della vaccinazione nei bambini di età fra i cinque e gli 11 anni.
9 Cosa sta facendo la comunità scientifica?
L’obiettivo è uniformare i trattamenti, per adulti e minori, e creare una rete cosiddetta di follow up per continuare a seguire la popolazione del Long Covid negli anni. Il virus della pandemia è nuovo e così anche le conoscenze sulle conseguenze che lascia.