«Più fondi in Campania per la Sanità? Occorre un’intesa tra le Regioni sui criteri», spiega Beatrice Lorenzin al Mattino. Terra dei fuochi, il ministro insiste: «Lo screening farà luce sulla cause dei tumori». É questo il commento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin sui principali temi sanitari d’attualità. Ha partecipato alla Summer school, organizzata all’Hilton di Sorrento dalla Fondazione costruiamo il futuro e dal Ncd e il ministro non si sottrae alle domande.
Ministro Lorenzin, l’hanno sorpresa i dati diffusi dall’Istituto superiore della sanità sull’incremento di tumori nella Terra dei fuochi?
«Mi sembra che l’Istituto superiore della sanità abbia confermato nel 2013 i dati emersi dallo studio Sentieri del 2012. Sulla Terra dei fuochi, ho da sempre scelto di attenermi solo all’evidenza scientifica».
E lo studio Sentieri fornisce elementi scientifici sui tumori in aumento in quella zona?
«No, perché lo studio Sentieri non è in grado di stabilire con certezza correlazioni tra l’inquinamento dell’area e i tumori. Per questo siamo andati oltre: il governo ha approvato un decreto sulla Terra dei fuochi».
Qual è la situazione del registro dei tumori in Campania?
«Il registro dei tumori è già operativo. Abbiamo finalmente uno strumento fondamentale per poter monitorare la salute dei cittadini. Vanno considerate anamnesi, abitudini di vita, ricoveri, ereditarietà, alimentazione. Solo in questo modo lo studio diventa serio e credibile».
Ritiene che lo screening sia risposta efficace a chi lamenta assenze di interventi nella Terra dei fuochi?
«Voglio essere chiara ancora una volta. Non posso rispondere del passato, ma solo delle mie scelte e di quelle del governo cui appartengo. Lo screening sanitario su una popolazione così ampia è una cosa eccezionale mai fatta prima. Consentirà interventi sanitari mirati. Poi, ci saranno altre attività, come le bonifiche, le analisi dei terreni e delle coltivazioni affidate alla task force coordinata dal Capo della Forestale Cesare Patrone».
Da tempo il governatore Caldoro chiede che il criterio della popolazione anziana per il riparto dei fondi sanitari nazionali vada rivisto. Ha ragione?
«Concordo sulla necessità di rivedere qualcosa. Nel 2011, si ragionò ritenendo che le regioni con più anziani residenti spendessero di più per l’assistenza. L’idea è giustamente che la popolazione in età avanzata si ammala di più. Poi, però, esistono regioni con più giovani, come la Campania, con difficoltà ambientali e sistema di assistenza con maggiori problemi. E qualcosa andrà rivisto».
Il Mattino – 14 luglio 2014