Nessuna emergenza tumori nell’Usl 7. L’azienda sanitaria di Pieve di Soligo mostra i dati del triennio 2007-2009: decessi in numero analogo a quelli dell’Usl 8, e addirittura sotto la media del Veneto. L’Usl 7 risponde così al consigliere regionale Laura Puppato, che aveva paventato un aumento dei linfomi nei Comuni del Prosecco a causa dell’abuso di pesticidi in agricoltura: «I dati mostrano che, per chi non vuole ammalarsi di tumore, vivere a Pieve conviene».
Non si ferma, tuttavia, l’indagine dell’Usl atta a scovare eventuali residui dei pesticidi nell’organismo umano: i dati saranno resi noti entro fine anno. Laura Puppato era partita da un dato incontrovertibile: l’Usl 7 di Pieve ha ricevuto il doppio dei contributi regionali per farmaci anticancro rispetto all’Usl 8 di Asolo. «I contributi sono erogati in base al rendiconto che l’Usl ci manda ogni anno», aveva risposto la giunta regionale. Mentre l’Usl 7 fa notare che sia le incidenze tumorali (cioè il numero di ammalati), sia i decessi, sono molto simili numericamente a quelle dell’Usl8, così come è simile la loro popolazione. Entrambe le aziende sanitarie sono al di sotto della media regionale. Nel triennio 2007-2009, i decessi per linfomi nell’area sanitaria di Pieve di Soligo sono stati 1.039, a fronte dei 957 di Asolo. «Bisogna però guardare il tasso standardizzato» spiega la dottoressa Tiziana Menegon, responsabile servizio di igiene e sanità pubblica dell’Usl7 «e da questo punto di vista, il nostro tasso di mortalità è di 356 maschi ogni 100 mila abitanti, e 186 femmine ogni 100 mila. Il dato regionale invece è di 381 maschi e 198 femmine». Anche l’Usl 8 ha dati inferiori rispetto alla media regionale. «L’analisi di mortalità sulla popolazione del Veneto» spiega ancora l’Usl 7 «ha messo in luce come la mortalità per tumori sia più bassa, sia per gli uomini che per le donne, proprio nella zona pedemontana dal Garda a Vittorio Veneto dove si coltiva più diffusamente la vite. I dati evidenziano come non sussista una correlazione positiva tra questa coltivazione e la mortalità per tumori. Questi sono un fenomeno complesso, alla cui origine ci sono cause molteplici e non sempre note: l’età, il fumo, l’inquinamento, le abitudini alimentari e la sedentarietà». Eppure, il filo sottile e non ancora dimostrato tra fitofarmaci del Prosecco e tumori continua a essere oggetto di studio: «Per questo nel 2012 abbiamo avviato, a massima tutela della popolazione, uno studio pilota nei Comuni del Prosecco per identificare il livello di esposizione di adulti e bambini ai ditiocarbammati, fungicidi tra i più utilizzati dai viticoltori».
La Tribuna di Treviso – 4 settembre 2012